L’Italia deve rafforzare le garanzie per i richiedenti asilo. È quanto rileva un rapporto pubblicato in occasione del decimo anniversario del Regolamento di Dublino, che identifica lo Stato europeo competente per la decisione su una domanda di asilo.
La ricerca, condotta da Forum Refugies - Cosi, Ecre, Hungarian Helsinki Committee, Consiglio italiano per i rifugiati ed altri partner nazionali, dimostra come in Europa il “sistema Dublino continui a fallire sia nei confronti degli Stati membri che dei rifugiati”, causando famiglie separate, persone lasciate senza mezzi di sostentamento o detenute, mancato accesso alla procedure d’asilo. Nel 2011 l’Italia ha ricevuto 13.715 richieste d’asilo provenienti da altri Paesi e ne ha inviate 1.275 in altre nazioni. Di queste ultime ne sono state accettate 196, ma solo in 14 casi c’è stato il trasferimento.
Il rapporto sull’Italia si conclude con una serie di raccomandazioni. Viene innanzitutto suggerito di sospendere ogni trasferimento di richiedenti asilo in Grecia, Paese che presenta un generale rischio di violazione dei diritti umani. Roma, secondo gli esperti, deve assumersi la responsabilità di esaminare le richieste d’asilo presentate nel Paese.
Altro punto dolente segnalato dalla ricerca è la lunghezza delle procedure di riconoscimento: questi tempi devono essere accorciati per rispettare quanto previsto dal Regolamento di Dublino.
Si dovrebbe poi garantire il diritto dei richiedenti asilo ad un’accoglienza che rispetta gli standard europei e non usare sempre sistemazioni d’emergenza. Le associazioni rilevano in proposito una cronica mancanza di spazi in Italia con un sistema d’accoglienza inadeguato e frammentato che spreca risorse e fornisce ai beneficiari inefficaci processi di integrazione.
Il Rapporto, inoltre, chiede che l’Italia provveda a fornire direttamente avvocati specializzati in materia di asilo in modo che i richiedenti ottengano aiuto legale gratuito.
Viene, infine, affrontato il capitoli dei minori. Si raccomanda alle autorità italiane di presumere la minore età anche quando il richiedente trasferito in Italia da un altro Stato membro ha dichiarato di essere maggiorenne prima di lasciare l’Italia. Nei casi d’età incerta, dovrebbe essere garantito il beneficio del dubbio in loro favore, come minorenni.
La ricerca, condotta da Forum Refugies - Cosi, Ecre, Hungarian Helsinki Committee, Consiglio italiano per i rifugiati ed altri partner nazionali, dimostra come in Europa il “sistema Dublino continui a fallire sia nei confronti degli Stati membri che dei rifugiati”, causando famiglie separate, persone lasciate senza mezzi di sostentamento o detenute, mancato accesso alla procedure d’asilo. Nel 2011 l’Italia ha ricevuto 13.715 richieste d’asilo provenienti da altri Paesi e ne ha inviate 1.275 in altre nazioni. Di queste ultime ne sono state accettate 196, ma solo in 14 casi c’è stato il trasferimento.
Il rapporto sull’Italia si conclude con una serie di raccomandazioni. Viene innanzitutto suggerito di sospendere ogni trasferimento di richiedenti asilo in Grecia, Paese che presenta un generale rischio di violazione dei diritti umani. Roma, secondo gli esperti, deve assumersi la responsabilità di esaminare le richieste d’asilo presentate nel Paese.
Altro punto dolente segnalato dalla ricerca è la lunghezza delle procedure di riconoscimento: questi tempi devono essere accorciati per rispettare quanto previsto dal Regolamento di Dublino.
Si dovrebbe poi garantire il diritto dei richiedenti asilo ad un’accoglienza che rispetta gli standard europei e non usare sempre sistemazioni d’emergenza. Le associazioni rilevano in proposito una cronica mancanza di spazi in Italia con un sistema d’accoglienza inadeguato e frammentato che spreca risorse e fornisce ai beneficiari inefficaci processi di integrazione.
Il Rapporto, inoltre, chiede che l’Italia provveda a fornire direttamente avvocati specializzati in materia di asilo in modo che i richiedenti ottengano aiuto legale gratuito.
Viene, infine, affrontato il capitoli dei minori. Si raccomanda alle autorità italiane di presumere la minore età anche quando il richiedente trasferito in Italia da un altro Stato membro ha dichiarato di essere maggiorenne prima di lasciare l’Italia. Nei casi d’età incerta, dovrebbe essere garantito il beneficio del dubbio in loro favore, come minorenni.
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