Il direttore della Casa della Carità (che preferisce parlare di "digiuno"): la donna, 27 anni, è detenuta a Como nonostante abbia trovato casa e lavoro e mandi i tre figli a scuola. Mercoledì a San Vittore arriva Napolitano
Don Virginio Colmegna
Il presidente della Casa della Carità di Milano, don Virginio Colmegna, inizia lo sciopero della fame (anche se lui preferisce parlare di "digiuno") per chiedere la liberazione di una mamma di 29 anni, ora in carcere a Como, che deve scontare una condanna a sei mesi per accattonaggio con minore. Romena, madre di tre bambine che vanno alle elementari, Anna (il nome è di fantasia) era stata denunciata nel 2006, quando era stata trovata una bambina sola nella stazione della metropolitana di San Babila.
Risulta che in un secondo momento per una donna identificata con le generalità di Anna è scattata l'accusa di averla mandata a mendicare. E lì è partito l'iter processuale, le è stato assegnato un avvocato d'ufficio, ma lei del processo non ha mai saputo nulla. E' stata considerata irreperibile. Nel frattempo però Anna ha avuto il suo bel da fare: lasciare una casa occupata nella zona sud di Milano e cambiare la sua vita. Nel 2010 è arrivata alla Casa della Carità, lì ha preso la residenza e si è rimessa in sesto, tanto da riuscire a lasciare la struttura. Adesso ha, o almeno aveva, casa e lavoro (con tanto di contributi Inps a dimostrarlo) come collaboratrice familiare fuori Milano.
Il processo, di cui non sapeva nulla, è andato avanti, però, e lei è stata condannata a sei mesi, senza il beneficio della condizionale. E così Anna a gennaio è stata arrestata e portata prima in carcere a Monza e poi a Como. E il suo caso, secondo don Colmegna, è la dimostrazione che "in carcere ci stanno persone che non ci dovrebbero stare". "Io inizio il digiuno oggi e continuerò finchè non uscirà dal carcere", ha detto il presidente della Casa della Carità alla presentazione di 'Carcere, diritti e dignità', una campagna di sensibilizzazione, riflessione e proposte sulla condizione di vita delle persone recluse con eventi e un appello (a cui si può firmare online all'indirizzo carceredirittiedignita.wordpress.com). In contemporanea è stato anche organizzato un 'digiuno a staffetta' a cui potrà partecipare chi desidera. Don Colmegna però il suo testimone non lo passerà. Lui continuerà a digiunare finché Anna non tornerà a casa.
Mercoledì prossimo il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, visiterà il carcere di San Vittore e nella stessa settimana partirà la campagna. La situazione, ha spiegato don Colmegna, "è intollerabile". Troppi detenuti in celle anguste, tanto che l'Italia è stata condannata per aver violato l'articolo 3 della Convenzione europea sui diritti umani che vieta la tortura o il trattamento disumano e degradante. La speranza dei promotori (la Camera penale di Milano, la Casa della Carità, il Centro ambrosiano di solidarietà, l'Osservatorio carcere e territorio di Milano, l'associazione Antigone Lombardia, l'associazione Avvocati per niente e Asgi Lombardia) è che anche il capo dello Stato possa firmare il testo che chiede ai candidati alle elezioni l'impegno per una soluzione, perché "non è ammissibile che in carcere entrino più persone rispetto al numero dei posti letto realmente disponibili", mentre ora in Italia ci sono 22mila detenuti più dei posti regolamentari.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.