Il socialista aveva promesso una svolta sulle espulsioni. Invece sta seguendo la strategia del suo predecessore. E il suo ministro dell'Interno promette nuovi sgomberi dai campi.Scordatevi la gauche molle e lassista, spauracchio sventolato per tutta la campagna elettorale dal cinico sarkozysmo.
È sempre più difficile, infatti, immaginarsi una politica interna più dura che quella proposta da Manuel Valls.
In un'intervista rilasciata a Le Parisien, il ministro dell'interno ha confermato di voler continuare, sulle orme del suo predecessore Claude Guéant, la politica di smantellamento sistematico dei campi rom dal suolo francese.
Senza comunque annunciare nuove misure restrittive, Valls ha spiegato che «ora più che mai, gli smantellamenti sono necessari e proseguiranno». Anche perché, secondo il ministro, i rom «hanno vocazione a restare in Romania o a tornarci».
LA PIAGA DEI ROM IN FRANCIA. Parole forti quelle del ministro dell'Interno, figura molto discussa del governo Jean-Marc Ayrault proprio per i suoi toni duri.
Non bisogna dimenticare però che in Francia esistono «più di 400 campi illegali», di cui due terzi nella regione parigina, dove alloggiano più di 8 mila persone. Una situazione «complessa e mal digerita» dagli abitanti dei quartieri popolari limitrofi.
Insomma, nel nome del «rispetto della legge e dei residenti», Valls ha chiarito di non poter lasciar andar avanti «questa situazione intollerabile».
LA PROMESSA DI «UMANITÀ». «Procederemo con umanità», ha comunque sottolineato Valls, «senza dimenticare l'obbligo di offrire un accompagnamento sociale, il problema della scolarizzazione, accesso alla casa e nel mondo del lavoro».
Il governo ha esperimentato «azioni alternative» con molte associazioni su tutto il territorio, ma quando i progetti dovevano effettivamente concretizzarsi le famiglie selezionate «si vaporizzavano».
Eppure, «François Hollande si era impegnato durante la campagna elettorale a non procedere a delle espulsioni senza 'soluzione'», ha ricordato Le Monde. E nessuno si è scordato la circolare ministeriale dell'agosto 2012, che prevedeva una «soluzione di alloggio» per ogni espulsione effettuata.
STESSO BILANCIO DI SARKOZY. Ma, a far tremare la sinistra restano le cifre preoccupanti di una macchina lanciata da Nicolas Sarkozy e che sembra non volersi fermare. Il bilancio di quasi un anno di presidenza di Hollande in termini di espulsioni «è lo stesso di quello del suo predecessore», ha sottolineato Le Monde. Senza contare che, secondo le informazioni raccolte da Le Figaro, l'inquilino di Place Beauvau avrebbe dato «l'istruzione precisa» alla polizia francese di «invadere» le baraccopoli a cielo aperto della banlieue parigina a forza di «controlli di identità».
LA PROTESTA DEI ROM. In realtà «sono poche le famiglie di rom sinceramente interessate a integrarsi nella società», ha spiegato Valls.
«Non è un'intervista, ma un articolo dettato che posso solo giudicare male», si è confidato aLibération Laurent El Ghozi, membro fondatore dell'associazione Romeurope.
Le associazioni «temono una massiccia ripresa delle espulsioni dopo la tregua invernale», ha spiegato Libé. Anche perché che «Valls lo accetti o no» sono tantissime le famiglie rom che vivono in Francia da più di 10 anni e che non hanno nessun legame di parentela con chi è rimasto in Romania o in Bulgaria.
Paolo Saccó
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