- Il conto alla rovescia per l’extra omnes segna ormai solo due settimane. Quindici giorni ancora e il sipario dovrebbe calare per sempre sugli Ospedali psichiatrici giudiziari.
Un video girato all’interno di queste strutture dalla commissione del Senato sull’efficienza del servizio sanitario due anni fa aveva scoperchiato l’inferno: mostrato uomini e donne tenuti come bestie nella sporcizia, rinchiusi e abbandonati perché considerati matti e pericolosi, anche se in molti casi non sono né l’uno né l’altro. Improvvisamente l’Italia scopriva che, nonostante la legge Basaglia, qualcosa di assai simile ai manicomi criminali era rimasto in piedi.
Il presidente delle Repubblica non esiterà a definirli un “orrore medioevale” e c’è chi parlerà apertamente di “lager”. Così l’anno scorso è stata approvata la legge che vorrebbe seppellire questa vergogna di Stato, stabilendo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo prossimo. Ma se il condizionale è d’obbligo, la proroga dei termini pare ormai inevitabile.
La legge prevede infatti che gli internati nei sei Opg - attualmente un migliaio di persone, il 30% delle quali dichiarate dimissibili - siano trasferite in apposite strutture residenziali sanitarie che però quasi nessuna regione è ancora riuscita ad allestire. Solo pochi mesi fa si è provveduto alla distribuzione delle risorse per la loro costruzione, ma la burocrazia italiana non dà scampo e dunque passerà del tempo prima che queste strutture entrino effettivamente in funzione.
Intanto in diverse carceri si stanno attrezzando reparti ad hoc per disagiati psichici, che con ogni probabilità dovranno assorbire una parte degli internati. La strada per il superamento di questi manicomi criminali è dunque tutta in salita, e gli ostacoli non sono soltanto logistici. Come spiega il Comitato Stop Opg, “in assenza di una modifica del codice penale Rocco - e in particolare degli articoli 88 e 89 che, associando “follia” a incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, stabiliscono un percorso “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono reati e sono socialmente pericolosi - gli ospedali psichiatrici giudiziari non possono essere aboliti”. Così anche nel caso di apertura delle nuove strutture residenziali sanitarie, non si potrà parlare di abolizione dell’Opg. Il problema, infatti, non risiede soltanto nella struttura manicomiale, ma nel dispositivo giudiziario che, peraltro, prevede che la misura di sicurezza possa essere prorogata a tempo indefinito. Cose da regimi totalitari.
Un video girato all’interno di queste strutture dalla commissione del Senato sull’efficienza del servizio sanitario due anni fa aveva scoperchiato l’inferno: mostrato uomini e donne tenuti come bestie nella sporcizia, rinchiusi e abbandonati perché considerati matti e pericolosi, anche se in molti casi non sono né l’uno né l’altro. Improvvisamente l’Italia scopriva che, nonostante la legge Basaglia, qualcosa di assai simile ai manicomi criminali era rimasto in piedi.
Il presidente delle Repubblica non esiterà a definirli un “orrore medioevale” e c’è chi parlerà apertamente di “lager”. Così l’anno scorso è stata approvata la legge che vorrebbe seppellire questa vergogna di Stato, stabilendo la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari entro il 31 marzo prossimo. Ma se il condizionale è d’obbligo, la proroga dei termini pare ormai inevitabile.
La legge prevede infatti che gli internati nei sei Opg - attualmente un migliaio di persone, il 30% delle quali dichiarate dimissibili - siano trasferite in apposite strutture residenziali sanitarie che però quasi nessuna regione è ancora riuscita ad allestire. Solo pochi mesi fa si è provveduto alla distribuzione delle risorse per la loro costruzione, ma la burocrazia italiana non dà scampo e dunque passerà del tempo prima che queste strutture entrino effettivamente in funzione.
Intanto in diverse carceri si stanno attrezzando reparti ad hoc per disagiati psichici, che con ogni probabilità dovranno assorbire una parte degli internati. La strada per il superamento di questi manicomi criminali è dunque tutta in salita, e gli ostacoli non sono soltanto logistici. Come spiega il Comitato Stop Opg, “in assenza di una modifica del codice penale Rocco - e in particolare degli articoli 88 e 89 che, associando “follia” a incapacità di intendere e di volere e a “pericolosità sociale”, stabiliscono un percorso “parallelo e speciale” per i malati di mente che commettono reati e sono socialmente pericolosi - gli ospedali psichiatrici giudiziari non possono essere aboliti”. Così anche nel caso di apertura delle nuove strutture residenziali sanitarie, non si potrà parlare di abolizione dell’Opg. Il problema, infatti, non risiede soltanto nella struttura manicomiale, ma nel dispositivo giudiziario che, peraltro, prevede che la misura di sicurezza possa essere prorogata a tempo indefinito. Cose da regimi totalitari.
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