Condanne da parte di tutto il mondo politico greco e iniziative da parte delle organizzazioni umanitarie.
La polizia greca ha già arrestato due presunti colpevoli, mentre altri due sono ancora in libertà. L’incidente ha avuto luogo la settimana scorsa a Nea Manolada, nel Peloponneso, quando 200 lavoratori di origine bangladese, impiegati presso un’azienda produttrice di fragole, hanno chiesto ai loro capisquadra le paghe arretrate degli ultimi 6 mesi. Ne è nata una discussione che ha portato almeno uno dei supervisori a sparare sui lavoratori ferendone 30, di cui alcuni sono in condizioni critiche. Uno degli immigrati coinvolti nella protesta ha dichiarato che ognuno di loro aveva pagamenti arretrati di almeno 1.000 euro.
La polizia ha promesso una “rapida ed esemplare” punizione per i capisquadra delle piantagioni di fragole autori della sparatoria. Condanna unanime da parte di tutte le forze politiche greche: il portavoce del Governo Simos Kedikoglou ha condannato l’incidente definendolo “inumano, vergognoso e senza precedenti”. Il ministro della giustizia Antonis Roupakiotis aggiunge: “Questo atto barbaro porta alla luce anche una situazione di lavoro da schiavi che non può avere posto nel nostro Paese”. Il partito di opposizione Syriza ha espresso la sua condanna parlando di un “atto criminale e razzista”. Persino il partito neonazista Alba Dorata ha unito la sua voce al coro di condanne, rilasciando una dichiarazione nella quale si specifica anche: “Condanniamo anche coloro che assumono in nero gli immigrati sottraendo lavoro ai cittadini greci”.
Non è la prima volta, tuttavia, che a Nea Manolada si verificano atti di violenza contro gli immigrati. Lo scorso anno, ad esempio, due greci erano stati arrestati per aver aggredito un trentenne egiziano incastrandogli la testa nello sportello di un’auto e trascinandolo per quasi 1 km. La sezione greca dell’organizzazione umanitaria Doctors of the World ha dichiarato che la sparatoria dovrebbe essere giudicata come un caso di violenza razzista e xenofoba, accusa che implica pene più severe. Il Ministro del lavoro ha ordinato un’inchiesta urgente sulle condizioni di lavoro nell’azienda di Manolada.
Alla luce di questo episodio, appare urgente la campagna lanciata a marzo da Doctors of the World, dal titolo Enough! (“Basta!”): lo scopo del programma è di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle pericolose ripercussioni del razzismo, sulla necessità di combattere i crimini razziali e l’impunità dei loro esecutori, nonché di fornire protezione alle vittime, garantendo loro supporto legale e medico. Inoltre, lo scopo è anche promuovere l’adozione di una strategia nazionale per combattere la xenofobia e l’elaborazione di una revisione delle strategie già esistenti.
(Samantha Falciatori)
La polizia greca ha già arrestato due presunti colpevoli, mentre altri due sono ancora in libertà. L’incidente ha avuto luogo la settimana scorsa a Nea Manolada, nel Peloponneso, quando 200 lavoratori di origine bangladese, impiegati presso un’azienda produttrice di fragole, hanno chiesto ai loro capisquadra le paghe arretrate degli ultimi 6 mesi. Ne è nata una discussione che ha portato almeno uno dei supervisori a sparare sui lavoratori ferendone 30, di cui alcuni sono in condizioni critiche. Uno degli immigrati coinvolti nella protesta ha dichiarato che ognuno di loro aveva pagamenti arretrati di almeno 1.000 euro.
La polizia ha promesso una “rapida ed esemplare” punizione per i capisquadra delle piantagioni di fragole autori della sparatoria. Condanna unanime da parte di tutte le forze politiche greche: il portavoce del Governo Simos Kedikoglou ha condannato l’incidente definendolo “inumano, vergognoso e senza precedenti”. Il ministro della giustizia Antonis Roupakiotis aggiunge: “Questo atto barbaro porta alla luce anche una situazione di lavoro da schiavi che non può avere posto nel nostro Paese”. Il partito di opposizione Syriza ha espresso la sua condanna parlando di un “atto criminale e razzista”. Persino il partito neonazista Alba Dorata ha unito la sua voce al coro di condanne, rilasciando una dichiarazione nella quale si specifica anche: “Condanniamo anche coloro che assumono in nero gli immigrati sottraendo lavoro ai cittadini greci”.
Non è la prima volta, tuttavia, che a Nea Manolada si verificano atti di violenza contro gli immigrati. Lo scorso anno, ad esempio, due greci erano stati arrestati per aver aggredito un trentenne egiziano incastrandogli la testa nello sportello di un’auto e trascinandolo per quasi 1 km. La sezione greca dell’organizzazione umanitaria Doctors of the World ha dichiarato che la sparatoria dovrebbe essere giudicata come un caso di violenza razzista e xenofoba, accusa che implica pene più severe. Il Ministro del lavoro ha ordinato un’inchiesta urgente sulle condizioni di lavoro nell’azienda di Manolada.
Alla luce di questo episodio, appare urgente la campagna lanciata a marzo da Doctors of the World, dal titolo Enough! (“Basta!”): lo scopo del programma è di sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sulle pericolose ripercussioni del razzismo, sulla necessità di combattere i crimini razziali e l’impunità dei loro esecutori, nonché di fornire protezione alle vittime, garantendo loro supporto legale e medico. Inoltre, lo scopo è anche promuovere l’adozione di una strategia nazionale per combattere la xenofobia e l’elaborazione di una revisione delle strategie già esistenti.
(Samantha Falciatori)
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