Da circa dieci anni le politiche europee d’asilo e immigrazione hanno determinato un aumento del numero di centri di detenzione per migranti. Nella Ue e alle sue frontiere meridionali e orientali, il loro numero è passato da 324 nel 1999 a 473 nel 2011, senza contare i luoghi invisibili di detenzione come commissariati o cabine delle navi, cui si ricorre temporaneamente, ma regolarmente. È quanto si legge in una nota della campagna “Open Access Now” lanciata a ottobre del 2011 da Migreurop e Alternative europee, annunciando che, tra aprile e giugno 2013, diversi membri del Parlamento europeo (per i quali l’accesso a questi centri è assicurato per legge) effettueranno visite in diversi luoghi di detenzione “per continuare a compilare un inventario delle condizioni di vita all’interno di questi centri che restano molto spesso opache”. Nonostante la direttiva rimpatri preveda che i pertinenti e competenti organismi ed organizzazioni nazionali, internazionali e non governativi hanno la possibilità di accedere ai centri di permanenza temporanea e il Parlamento europeo e, in particolare, la commissione Libertà civili, giustizia e affari interni si siano pronunciati a favore di un diritto d’accesso della società civile - si denuncia - le difficoltà persistono. Le autorità dei Paesi membri rifiutano nella maggior parte dei casi l’accesso dei giornalisti a questi centri, l’accesso delle associazioni è sottoposto a regole estremamente restrittive e finanche le visite degli eletti sono talvolta limitate dalle autorità. Non è raro che dei bambini - talvolta senza rappresentante legale - siano detenuti, così come delle persone in cerca di protezione - è il caso oggi di numerosi cittadini siriani. Molte persone sono detenute in maniera illimitata anche se la direttiva rimpatri ha fissato la durata massima di detenzione a diciotto mesi. Questi pochi esempi testimoniano dei trattamenti inumani e degradanti che le politiche e le pratiche fanno subire ogni giorno a degli esseri umani colpevoli soltanto di non avere documenti di viaggio e/o titoli di soggiorno in regola. Le visite di centri di detenzione sono uno degli strumenti della campagna Open Access Now. E, mentre associazioni e giornalisti impegnati nella campagna presentano regolarmente domande d’accesso, tra aprile e giugno 2013 dei membri del Parlamento europeo effettueranno visite in diversi luoghi di detenzione. Sotto il patronato delle deputate europee Hèlène Flautre (Verdi/Ale) e Marie-Christine Vergiat (Gue/Ngl), mercoledì 24 aprile 2013 dalle 13 alle 14.30 si terrà al Parlamento europeo a Bruxelles una tavola rotonda. Giornalisti, parlamentari e rappresentanti della società civile testimonieranno delle loro esperienze di visita. A seguire, gli aspetti problematici dell’accesso ai centri di detenzione saranno presentati attraverso gli interventi del Comitato europeo per la prevenzione della tortura e dell’Associazione per la prevenzione della tortura. L’obiettivo di questo incontro e delle visite parlamentari - conclude la nota - è rafforzare la vigilanza, sottolineare la necessità di trasparenza su questi luoghi e dare maggiore visibilità ai problemi legati alla detenzione dei migranti per incoraggiare evoluzioni legislative nazionali ed europee verso un maggior rispetto dei diritti umani.
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