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giovedì 25 aprile 2013

Tunisia: nonostante crisi, porte aperte a rifugiati da Libia - Governo decide di prolungare l'assistenza

ANSAmed
TUNISI, - La grave crisi economica che, ormai da anni, si e' abbattuta sulla Tunisia e che e' stata acuita dalle difficoltà legate alla delicata fase della transizione dopo la caduta di Ben Ali, non modificherà l'atteggiamento del Paese verso i rifugiati, ai quali, dall'inizio della guerra civile in Libia, ha aperto le porte. E' questa la significativa presa di posizione del governo tunisino che ha deciso di proseguire nella pur impegnativa politica di solidarietà che mai e' stata fatta mancare ai rifugiati, nonostante le enormi difficoltà finanziarie nelle quali si dibatte il Paese.

L'emergenza umanitaria, nonostante la guerra in Libia sia ufficialmente conclusa, prosegue perchè ancora migliaia sono i rifugiati ospiti, in condizioni oggettivamente precarie (vivono ancora in tende), soprattutto a Camp Choucha, a pochi chilometri da Ben Guerdane, al confine libico. Da tempo ormai e' stata decisa per giugno la chiusura della struttura per un semplice motivo: il flusso di aiuti internazionali e' andato inaridendosi e di fatto il peso economico della conduzione del campo grava solo sulla fragili spalle della Tunisia.

Il problema, peraltro, e' di difficile soluzione per due ordini di motivi: il primo e' che la Tunisia non ha nel suo ordinamento la regolamentazione dello status di rifugiato politico o di richiedente asilo, anche se non ha mai respinto qualcuno alle sue frontiere; il secondo è che la disponibilità data ad accogliere, in modo definitivo, i rifugiati che accettino tale proposta è stata rifiutata soprattutto da quelli che sono originari dell'Africa orientale (Somalia e Sud Sudan) che non vogliono restare pretendendo o il trasferimento in Paesi occidentali (che peraltro hanno chiuso le relative liste) o di tornare a casa. Ma ''casa'' significa spesso situazioni di guerra o, comunque, di gravissime crisi sicuritarie. Un guado nel quale pero' la Tunisia non vuole lasciare nessuno, magari cercando la collaborazione dell'Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, che certamente dà un aiuto, ma non nella misura sufficiente.

Le proteste dei rifugiati si stanno moltiplicando, non tenendo in conto quanto la Tunisia ha fatto e continua a fare, e si sono spostate a Tunisi davanti alla locale delegazione dell'Unhcr, diventata ormai un villaggio di disperati che, all'addiaccio (nonostante il maltempo di questi giorni, preceduto da una ondata di caldo opprimente), aspettano che qualcuno tenda loro la mano. (ANSAmed).

di Diego Minuti

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