Bamako, Servono 144 milioni di dollari USA per coprire le necessità fondamentali di protezione e assistenza dei rifugiati e degli sfollati maliani - è il contenuto dell'appello reiterato oggi dall'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR). Finora l'Agenzia ha ricevuto contributi solo per il 32% della cifra richiesta. Le richieste finanziarie presentate nell'Appello Speciale di oggi non sono aggiuntive a quelle approvate dal Comitato Esecutivo – organo direttivo dell'Agenzia – nel 2012, ma sono frutto di una revisione del budget che ha ridefinito le priorità in base agli ultimi sviluppi occorsi nella regione. L'UNHCR ha bisogno di fondi per espandere centri di transito e costruirne di nuovi, per fornire alimentazione supplementare e terapeutica, per alloggi e altri aiuti di prima necessità, oltre che per poter erogare servizi di base come assistenza medica, fornitura d'acqua, impianti igienico-sanitari e istruzione. Attualmente i rifugiati maliani nei paesi limitrofi sono oltre 175mila, dei quali 75.580 in Mauritania, oltre 49mila in Burkina Faso e circa 50mila in Niger. L'Appello Speciale lanciato oggi copre le necessità di queste popolazioni, alle quali sono stati aggiunti fino a 45.500 rifugiati che in base agli attuali flussi si prevede che arriveranno durante il 2013. Oltre ai rifugiati vi sono oltre 282mila sfollati all'interno del Mali che necessitano ugualmente di fondi. L'UNHCR coordina le attività relative alla protezione e agli alloggi. L'esodo dal Mali verso i paesi limitrofi non accenna ad arrestarsi. Dall'intervento militare dell'11 gennaio oltre 35mila persone hanno cercato rifugio all'estero e – secondo l'Ufficio dell'ONU per gli affari umanitari (OCHA) – 60mila persone sono fuggite in altre aree del paese. In base a quanto riferisce il personale UNHCR sul terreno, molte persone che arrivano di recente sono in condizioni peggiori di quanto fossero coloro che arrivavano lo scorso anno e richiedono assistenza immediata.
La situazione umanitaria infatti è aggravata anche dalla diffusa insicurezza alimentare, risultato di una prolungata siccità e di una serie di scarsi raccolti che hanno colpito l'intera regione del Sahel.
Mauritania
In Mauritania – il paese che accoglie il maggior numero di rifugiati maliani – alla fine dello scorso anno erano 54mila.
L'intervento militare nel nord del Mali dello scorso gennaio ha innescato un nuovo esodo con una media di 500 arrivi ogni giorno nei mesi di gennaio e febbraio, per un totale di oltre 21mila persone.
Nel paese si continuano a registrare arrivi seppur in quantità più limitate. Il nuovo flusso richiede una risposta rafforzata nei settori d'emergenza come gli aiuti alimentari e non, l'acqua, i sistemi igienico-sanitari, la nutrizione, la salute, l'istruzione, gli alloggi e l'ambiente. Nel campo di Mbera, per prevenire e trattare la malnutrizione, è stata intrapresa una serie di misure tra cui la distribuzione di aiuti supplementari a bambini, l'organizzazione di sessioni di sensibilizzazione e informazione per le madri, un maggiore accesso alle strutture mediche, il lancio di una campagna di vaccinazione contro il morbillo e l'installazione di migliori infrastrutture per l'acqua e igienico-sanitarie.
Ciò ha portato alla riduzione - dal 20% al 13% - dei tassi di malnutrizione acuta tra i minori rifugiati con meno di 5 anni.
Per migliorare i meccanismi di prevenzione e risposta sono necessari ulteriori finanziamenti.
Niger
L'ultima ondata di rifugiati – circa 2.700 – che hanno raggiunto il remoto e inospitale nord del Niger tra la fine di marzo e gli inizi di aprile è composta principalmente da donne e bambini fuggiti a piedi o a dorso di asino dalle operazioni militari in corso a Kidal e Menaka.
Le condizioni dell'accoglienza sono precarie, soprattutto a causa della mancanza di acqua e di strutture mediche. L'UNHCR e il Programma Alimentare Mondiale (PAM/WFP) hanno già fornito loro cibo e aiuti d'emergenza, mentre stanno inviando altri operatori e nuove risorse in questa isolata regione.
Un recente sondaggio, realizzato congiuntamente da diverse agenzie per valutare i programmi di alimentazione, mostra risultati positivi, ma anche la necessità di un impegno prolungato per contrastare la diffusa malnutrizione nei 4 campi per rifugiati del Niger.
Burkina Faso
Nel paese la maggioranza dei nuovi arrivati si è stabilita nel campo di Goudoubo, dove un recente studio sulle condizioni della nutrizione organizzato da UNHCR, PAM/WFP e le autorità sanitarie nazionali ha mostrato un allarmante livello di Malnutrizione Acuta Globale (Global Acute Malnutrition, GAM) pari al 24,5%. L'UNHCR e le agenzie partner hanno quindi effettuato lo screening individuale di tutti i bambini con meno di 5 anni e hanno avviato la cura dei casi di malnutrizione. Sono poi in preparazione programmi di alimentazione, che prevedono tra l'altro la fornitura di cereali integrati e micro-nutrienti in polvere per i bambini con meno di 5 anni e supplementi di cibo potenziato dal punto di vista nutrizionale a tutte le donne incinte e nel periodo dell'allattamento.
Una delle principali priorità in Burkina Faso e Niger è quella di spostare i rifugiati dai siti organizzati o spontanei che sorgono troppo vicino al confine o a installazioni militari.
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