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Conseguenze negative anche sui diritti politici e civili, specialmente delle fasce più vulnerabili della popolazioneSTRASBURGO - Le misure d'austerità hanno contribuito a minare il sistema dei diritti umani e sociali creato dal dopoguerra, e hanno avuto un effetto negativo anche sui diritti civili e politici. Lo afferma il commissario per i diritti dell'uomo del Consiglio d'Europa, Nils Muiznieks, presentando all'assemblea parlamentare il suo primo rapporto annuale.
"Assistiamo all'erosione dei diritti socioeconomici di molti cittadini europei, ma in particolare di coloro che sono più vulnerabili, i minori, gli anziani con piccole pensioni, le persone disabili, quelle appartenenti alle minoranze", ha sottolineato il commissario. "Ma la crisi ha avuto anche un forte impatto sui diritti civili e politici, per esempio con il tagli ai budget che finiscono per limitare l'accesso alla giustizia o indebolire le strutture nazionali per la protezione dei diritti".
Unione bancaria, Germania frena - Germania in frenata sull'Unione Bancaria e su una delle sue componenti più importanti: la garanzia unica sui depositi. La Cancelleria Angela Merkel non vede la partenza del sistema di assicurazione centrale sui depositi nell'eurozona "almeno in un futuro prossimo", una dichiarazione che risponde ai timori dei contribuenti tedeschi di dover pagare per le perdite, magari nascoste nei bilanci, delle banche degli altri componenti.
Da Bruxelles il portavoce del commissario al mercato interno Ue Barnier ha subito replicato spronando ad andare avanti "il prima possibile" per mettere in piedi il meccanismo di "fallimento ordinato".
Certo la Germania non vuole far saltare il progetto di Unione Bancaria: anzi la Merkel ribadisce la volontà del paese di andare avanti sulla supervisione unica affidata alla Bce ma appare sempre più chiaro che Berlino voglia che ogni paese metta in ordine da sé i conti del sistema finanziario (legacy asset) prima di assumersi ogni garanzia. Per la Germania quindi viene prima una più stretta integrazione e la supervisione unica e solo dopo, nel caso, una sistema unico di risoluzione e garanzia, un tema che peraltro, sottolineano da Berlino "non ha ancora una linea guida comune" in Europa e quindi non è all'ordine del giorno. Un principio che però, secondo alcuni osservatori, rischia di frammentare ancora di più il mercato del credito europeo provocando tassi più elevati (e quindi danni all'economia reale) per i paesi già in difficoltà aumentando la spirale recessiva e danneggiando le banche che erano riuscite a sopravvivere fino a ora alla crisi.
Ma la crisi di Cipro ha mostrato ai mercati come per il momento la solidarietà europea è molto limitata e i depositanti e obbligazionisti (come peraltro affermava chiaramente già la prima proposta Barnier) saranno chiamati a partecipare in prima battuta alla ristrutturazione del proprio istituto in difficoltà. Quello di Cipro non sarà un 'modello" ma di certo è un segnale e un monito per cosa accadrà nelle prossime crisi bancarie.
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