Corriere della Sera
Abdullah Modhi al-Attawi, Mohammad Aeid al-Otaibi, Abdullah Faisal al-Harbi e Mohammad Abdullah al-Otaibi, quattro attivisti per i diritti umani dell’Arabia Saudita, sono finiti nei guai per aver fondato e promosso un’organizzazione non autorizzata e aver creato un sito Internet senza i permessi necessari.
A marzo, i quattro attivisti (tre dei quali nella foto) avevano dato vita all’Unione per i diritti umani. In assenza di una legislazione chiara sull’istituzione delle Organizzazioni non governative, avevano pensato di fare la cosa a loro giudizio più sicura: sottoporre alle autorità lo statuto dell’associazione e chiedere il riconoscimento ufficiale.
Lo hanno fatto il 1° aprile. Per quattro settimane, non hanno ricevuto alcuna risposta. Poi, tra il 28 e il 30 aprile, convocazioni individuali per interrogatori, l’incriminazione e il “suggerimento” di desistere, onde evitare il carcere.
Lo statuto dell’Unione per i diritti umani descrive le rivoluzionarie e sovversive finalità dell’associazione: “diffondere e difendere la cultura dei diritti umani, rinforzare i suoi principi e i suoi valori, promuovere la Dichiarazione universale dei diritti umani, rafforzare il ruolo della donna nella partecipazione politica e nelle attività sociali in conformità alla sharia, abolire la pena di morte e realizzare i suoi obiettivi attraverso tutti i mezzi legalmente e moralmente legittimati facendo ricorso alla magistratura quando si ritiene necessario e mettendo in pratica la legge”.
I quattro membri fondatori sono vecchie conoscenze delle autorità saudite.
Abdullah Modhi al-Attawi, Mohammad Aeid al-Otaibi e Abdullah Faisal al-Harbi hanno un passato di attivismo per i diritti umani. Uno di loro si dimise dalle forze antiterrorismo per protesta contro quelle che considerava pratiche inumane.
Mohammad Abdullah al-Otaibi era stato arrestato nel gennaio 2009 per aver partecipato a manifestazioni contro l’uccisione di palestinesi, da parte di Israele, durante l’ “Operazione piombo fuso” a Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009.
Alla faccia della tanto conclamata solidarietà con la causa palestinese, era statocondannato a tre anni di prigione…
Con l’Unione per i diritti umani zittita sul nascere e i co-fondatori di un’altra Organizzazione non governativa, l’Organizzazione saudita per i diritti civili e politici sotto processo, in carcere, le autorità saudite continuano a mostrare il loro volto intollerante.
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