La Chiesa cattolica “si oppone fortemente alla pena di morte. Meglio la prigione a vita con lavori forzati come pena alternativa per i colpevoli di gravi crimini”, inclusi “rapimento, omicidio e rapina a mano armata”: è quanto ha detto mons. John Ribat, arcivescovo di Port Moresby, nelle Isole Salomone. Il presule è così intervenuto in un momento in cui, nel Paese, viene portata avanti una campagna pro-pena capitale, contrastata dalla Chiesa e da altri settori della società che promuovono, invece, una moratoria e l’abolizione della condanna a morte. “Nessuna vita può essere eliminata – ha ribadito mons. Ribat – Non abbiamo alcun diritto di fare questo, ma abbiamo quello di rendere migliore la vita delle persone”. Quindi, pur evidenziando la necessità che il sistema giudiziario sia fermo nell’affrontare il crimine, mons. Ribat lancia un appello affinché si incoraggi la pace e sottolinea la volontà della Chiesa di “lavorare insieme al governo per attuare programmi che aiutino lo sviluppo integrale e positivo delle persone”. Infine, l’arcivescovo di Port Moresby esorta al rispetto delle donne, spesso vittime di stupro e violenze. (I.P.)
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.