Rispettare i diritti umani e evitare ogni ricorso eccessivo alla forza durante le operazioni sul terreno: a due settimane dalla strage di Baga, è questo il monito rivolto dall’Alto commissariato Onu per i diritti umani alle forze di sicurezza della Nigeria e al governo centrale di Abuja.
In una nota diffusa a Ginevra, l’organismo delle Nazioni Unite sottolinea che interventi dell’esercito come quello attuato lo scorso 16 aprile nello Stato settentrionale di Borno non fanno che “alimentare il risentimento delle popolazioni locali, quando civili vengono uccisi e abitazioni sono danneggiate o distrutte”. Durante e dopo una vera e propria battaglia tra truppe nigeriane e combattenti del gruppo estremista di Boko Haram, attivo da anni nella regione nord-orientale, il 40% del villaggio di pescatori di Baga, affacciato sul Lago Ciad, è stato raso al suolo dalle fiamme. Alla perdita di più di 2200 case si è aggiunto un pesante bilancio che si aggira tra le 187 e le 220 persone uccise, di cui un numero imprecisato di civili, e più di 80 feriti.
“Siamo molto preoccupati per l’elevato numero di vittime, tra cui molti civili, per le massicce distruzioni di abitazioni e per l’ingente flusso di sfollati nel nord-est della Nigeria” prosegue il comunicato. Rivolgendosi al governo del presidente Goodluck Jonathan, l’Alto commissariato Onu per i diritti umani sollecita “un’inchiesta approfondita ed imparziale su questo episodio” e “ulteriori sforzi per garantire la sicurezza della gente nel rispetto dei diritti umani”.
Rinnovando il proprio appello a favore di “sforzi concertati per sradicare le cause profonde delle ripetute ondate di violenze” nel nord-est del paese, l’istituzione Onu accoglie con favore la creazione da parte dell’esecutivo di un organismo incaricato di mettere a punto un programma di amnistia e di disarmo. “Le autorità nigeriane devono però assicurarsi che non godranno dell’amnistia né dell’impunità sia gli esponenti di Boko Haram che gli stessi membri delle forze di sicurezza responsabili di gravi violazioni dei diritti umani” conclude il comunicato.
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