“Il sovraffollamento delle carceri dipende anche da fattori su cui non si può intervenire”. Parla molto chiaro Luigi Pagano, storico direttore del carcere di San Vittore a Milano e ora numero due del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria, alla vigilia della presentazione del piano del Governo, per ridurre il sovraffollamento delle carceri.
Tra i punti dolenti, sicuramente c’è quello degli stranieri. “Spesso non escono, non perché pericolosi, ma perché se non hanno un domicilio, non possono scontare la pena fuori dalla cella”, spiega Pagano, che torna ad indicare “nella revisione della legge ex Cirielli, che impedisce le misure alternative in caso di recidiva” un’altra riforma necessaria.
“Ma siamo nella direzione giusta, con questo decreto del Governo, insieme al recupero dei posti letto”, aggiunge. Oltre al decreto, per far uscire circa 4mila detenuti, il Governo ha messo a punto anche un emendamento per concedere i domiciliari ai condannati a pene fino a sei anni. “È molto importante, per la prima volta si condanna a pene diverse dal carcere”, commenta Pagano che sottolinea anche l’importanza dell’ingresso all’interno delle carceri della società civile, enti locali, imprenditori. “Solo così si può fare quel salto di qualità che l’Europa ci chiede”, dice. E Pagano- numeri alla mano- risponde anche alle critiche di chi dice che questo provvedimento provocherà morti e feriti. “Solo l’1% delle persone tradisce e quelle che vanno in misure alternative e che noi seguiamo - racconta- abbattono la recidiva dell’ 80%”.
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