"Amnistia non è una brutta parola o una scorciatoia: è una necessità". Così nell'Aula della Camera il deputato di Scelta civica Mario Marazziti, durante la discussione della proposta di legge sulle pene alternative al carcere e la messa alla prova. "Questo ddl è un primo passo per far ritornare il nostro Paese normale e civile", afferma Marazziti, che sottolinea: "Occorre trovare in Parlamento un consenso largo per approvare un provvedimento di clemenza che permetta, assieme a interventi organici, di cui questo è il primo, di trasformare la patologia italiana in fisiologia".
"La messa alla prova, l'audizione anticipata del reo da parte del giudice può riassorbire il patetico fenomeno conosciuto come porte girevoli – prosegue. Ma occorre anche rimuovere quegli ostacoli che non permettono alle donne-madri di scontare la pena con i propri figli fino al decimo anno di età fuori dal carcere in case famiglia gestite dagli enti locali".
"L'Italia - sottolinea Marazziti - è un Paese leader nella lotta alla pena di morte, ma c'è una pena capitale all'italiana, reale e terribile, testimoniata dal numero di suicidi in carcere che, in un sistema orientato al recupero, dovrebbe essere solo l'extrema ratio dell'intervento punitivo. Non è dunque sovversivo, ma ragionevole - conclude - il fatto che lo Stato abbandoni una fallimentare politica meramente segregativa-assistenzialistica del detenuto, lasciando agli enti locali e al privato-sociale, in piena attuazione del principio di sussidiarietà, il compito di un intervento più capillare che possa investire in modo costruttivo nel rapporto con i detenuti".
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