L’opposizione in piazza anche a Mosca. Ieri 10 mila manifestanti, 6 mila secondo la polizia, hanno chiesto la liberazione di 12 attivisti accusati di aver preso parte ai disordini del 6 maggio 2012, alla vigilia del terzo mandato di Putin, che sfociarono in violenti scontri tra dimostranti e polizia.
La Russia anti-potere è scelta in piazza per far sentire la propria voce come durante l’ultima campagna elettorale. Migliaia di persone sono sfilate a Mosca per sottolineare il proprio dissenso dalla linea politica ufficiale e per la liberazione dei cosiddetti “prigionieri politici”.
Vari procedimenti penali sono ora in corso. Nei giorni scorsi nuove leggi, definite “liberticide”, simili a quelle emanate dopo il ritorno di Vladimir Putin al Cremlino nella primavera del 2012, sono state approvate dalla Duma.
Critiche per la pericolosa messa in discussione di alcuni dei diritti fondamentali civili sono giunte sia dall’Unione europea che dagli Stati Uniti. Il presidente Putin, intanto, è stato ufficialmente scelto per acclamazione leader di una nuova formazione politica, il Fronte del popolo.
Gli analisti spiegano la mossa del capo del Cremlino come il tentativo di allontanarsi da “Russia Unita”, il partito del potere, maggioritario alla Duma, ma in caduta libera nei sondaggi e travolto dagli scandali.
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