Roma, Nel mondo sono oltre sette milioni i bambini rifugiati: la vita per chi e' costretto ad abbandonare la propria casa e' particolarmente difficile e traumatica soprattutto per i piu' piccoli.
Nella Giornata mondiale del rifugiato, il rapporto Global Trends 2012 dell'UNHCR sottolinea che, alla fine del 2012, oltre 45,2 milioni di persone sono stati costretti a fuggire dalle proprie case; tra questi: 15,4 milioni di rifugiati, 937.000 richiedenti asilo e 28,8 milioni di sfollati all'interno del proprio paese.
E' quanto si legge in una nota diffusa dall'Unicef. I bambini rifugiati sono privati della sicurezza di una casa, di una scuola e della pace. Sono spesso testimoni di violenza e sono soggetti ad abusi e a condizioni di vita strazianti. Devono affrontare un futuro incerto e il peso psicologico e fisico di tutto questo non puo' essere sottovalutato. Per Unicef, la guerra e' la ragione principale per la quale i bambini sono rifugiati.
Poco piu' della meta' dei rifugiati provengono da Afghanistan, Somalia, Iraq, Siria e Sudan. Da 32 anni il conflitto in Afghanistan costringe la maggior parte delle persone a lasciare le proprie case. La Somalia e' al secondo posto, seguita da Iraq e da Siria.
Il numero di sfollati interni, 28,8 milioni nel 2012, e' il piu' alto negli ultimi due decenni. I due paesi piu' colpiti sono la Repubblica Democratica del Congo e la Siria. Anche il numero di bambini non accompagnati o separati e' anche a livello record, secondo l'UNHCR. Nel 2012 21.300 richiedenti asilo erano bambini.
L'UNICEF lavora a stretto contatto con l'UNHCR per soddisfare le esigenze dei rifugiati e degli sfollati. Le due agenzie forniscono acqua e servizi igienici, istruzione, protezione per i bambini e nutrizione. L'Unicef sostiene anche programmi che possono dare ai bambini uno sviluppo creativo, come la fotografia. Circa l'8% della popolazione della Giordania e' composta da rifugiati siriani. Poiche' il peso maggiore dell'accoglienza dei rifugiati ricade sui paesi in via di sviluppo, l'UNICEF collabora con le comunita' di accoglienza per garantire che esse abbiano le risorse per affrontare la situazione.
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