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mercoledì 24 luglio 2013

La Chiesa deplora l’accordo fra Australia e Papua Nuova Guinea sui rifugiati

Agenzia Fides
Port Moresby – La Chiesa in Papua Nuova Guinea esprime grande tristezza e critica fortemente il recente accordo siglato tra l'Australia e la Papua Nuova Guinea sul trattamento e sul reinsediamento dei rifugiati e dei richiedenti asilo. 
In una nota inviata a Fides dalla Commissione episcopale per le questioni sociali, si afferma: “La Conferenza Episcopale di Papua Nuova Guinea e Isole Salomone è stata colta di sorpresa dall'annuncio che tutti i richiedenti asilo che arrivano in Australia via mare saranno trasportati sull’isola di Manus, in Papua Nuova Guinea, e quelli ritenuti ‘veri rifugiati’ saranno reinsediati in Papua Nuova Guinea e altre isole del Pacifico”. 

Secondo molti osservatori, con l’accordo l’Australia, alla vigilia delle elezioni, “scaricherebbe” il problema dell’afflusso dei profughi su un paese come la Papua, tra i più poveri del mondo, impreparato, e già alle prese con gravi problemi sociali.

I Vescovi ricordano che “in Papua Nuova Guinea non manca la compassione verso chi è nel bisogno”, e notano che “il paese, in questo momento della sua storia, non ha la capacità di accogliere un afflusso considerevole di rifugiati e di provvedere alle loro necessità immediate”.

La Papua Nuova Guinea è “giustamente orgogliosa della protezione garantita dalla sua Costituzione a tutte le persone, cittadini e non cittadini, allo stesso modo”. Quindi, prosegue il testo, “è giusto condurre le persone oltre i nostri confini contro la loro volontà? È giusto tenere in campi di detenzione persone che non hanno infranto le nostre leggi?”.

Infatti, come sottolinea un recente rapporto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati, le condizioni di soggiorno nel Centro dell’isola di Manus “non soddisfano le norme di protezione internazionale, e la situazione attuale a Manus rischia di provocare danni a livello psicosociale”. 

I Vescovi, dunque chiedono al governo che nuovi rifugiati arrivino in Papua Nuova Guinea solo se “saranno radicalmente migliorate le strutture e le condizioni che li ospitano”. 

L’appello più forte è al governo dell’Australia, “affinché trovi una soluzione più umana per le persone in cerca d'asilo nel loro paese”, dice il testo, in quanto “nel trattamento dei rifugiati per motivi politici, religiosi ed economici sono coinvolti principi fondamentali dei diritti umani”.
Secondo p. Philip Gibbs SVD, Segretario della Commissione, “la Papua Nuova Guinea è stata portata a credere di unirsi all'Australia in una giusta campagna contro i trafficanti di esseri umani. Ma abbiamo il sospetto che l’accordo sia frutto di una convenienza politica, a scapito di persone in cerca di rifugio”. 

Il Segretario ricorda anche che “il Santo Padre Francesco ha recentemente espresso nel viaggi a Lampedusa l'atteggiamento giusto per tutti i cristiani”, parlando di accoglienza, solidarietà e lotta alla “globalizzazione dell’indifferenza”. (PA)

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