MISNA
Uso sproporzionato della forza, rappresaglie indiscriminate, assassinii di civili: sono alcune delle accuse alle forze di sicurezza contenute in un rapporto sul massacro di Baga, una cittadina della Nigeria nord-orientale dove ad aprile una battaglia tra soldati e militanti del gruppo armato Boko Haram ha causato almeno 187 vittime.
Nel documento, riferisce il quotidiano Premium Times, gli esperti della Commissione nigeriana per i diritti umani esprimono “gravi preoccupazioni sulla proporzionalità nell’uso della forza” e definiscono “tragico” il fatto che invece che sull’inamissibilità delle esecuzioni sommarie da parte dei militari l’attenzione si sia concentrata sul numero delle vittime. Nel rapporto è citato un dossier interno della polizia secondo il quale a Baga gli agenti hanno sparato all’impazzata, “uccidendo persino animali domestici e causando la perdita di vite umane ed enormi distruzioni”.
La Commissione nigeriana per i diritti umani è un organismo nominato dal governo. La sua inchiesta non prende in considerazione solo la strage di Baga ma anche altri episodi avvenuti negli ultimi mesi nello Stato di Borno, la storica roccaforte di Boko Haram. Proprio oggi il quotidiano The Vanguard riferisce dell’apertura di un processo nel quale figurano come imputati 18 ufficiali e soldati. L’accusa nei loro confronti è di essersi resi responsabili di assassinii, violenze e abusi durante alcune operazioni negli Stati di Borno e di Plateau. Per contrastare Boko Haram, un gruppo che sostiene di battersi per rovesciare il presidente Goodluck Jonathan e imporre la legge islamica in tutta la Nigeria, a maggio è stata avviata una nuova offensiva militare a Borno e nei vicini Stati di Yobe e Adamawa.
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