''Il carcere non e', o meglio non dovrebbe essere, un posto per bambini, vittime di errori che non hanno commesso. Eppure, ogni giorno, molti di loro aprono gli occhi dentro una cella.
Nel penitenziario di Genova Pontedecimo, ad esempio, ha passato la notte di ieri in carcere un bimbo di soli 20 giorni, ristretto in cella con la mamma, una cittadina cinese proveniente da La Spezia, soggetta a custodia cautelare in carcere per sfruttamento della prostituzione''.
E' quanto rende noto il Sappe, Sindacato autonomo di polizia penitenziaria. ''Questo - denuncia il segretario generale aggiunto Roberto Martinelli - nonostante da piu' di due anni tutte le forze politiche hanno approvato una legge per effetto della quale le mamme detenute non dovrebbero piu' stare chiuse in cella, a meno di particolari esigenze cautelari di 'eccezionale rilevanza' come puo' avvenire, ad esempio, per i delitti di mafia o per terrorismo''.
La legge, ricorda, ''prevedeva che in alternativa alla cella si disponesse la custodia cautelare negli 'Istituti a custodia attenuata per madri detenute'. Mi sembra grave che a Genova non si sia ancora trovato il tempo per individuare una struttura dove realizzare questa nuova tipologia di Istituto''. Del resto, conclude Martinelli, ''il dato oggettivo e' che il carcere, cosi' come e' strutturato e concepito oggi, non funziona. E la presenza nella cella di un carcere italiano di un bimbo di soli 20 giorni ne e' la dimostrazione piu' evidente''.
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.