"La situazione complessiva del Cie di Gradisca d'Isonzo, emersa nel corso delle ultime visite condotte tra luglio e agosto, è risultata estremamente grave e i fatti delle ultime ore, con il ferimento di due stranieri caduti dal tetto, confermano i rischi che comporta il perdurare della privazione nell'accesso ad alcuni diritti fondamentali".
Lo afferma oggi l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che chiede al Governo di chiudere la struttura, "da tempo quasi interamente inagibile, di cui è rimasto attivo un solo 'braccio"'. "In questa condizione di degradazione della dignità umana - prosegue l'Asgi - i trattenuti passano il loro tempo, spesso molti mesi, in una condizione di totale vuoto e spaesamento, con evidenti ripercussioni sulla loro salute psico-fisica.
Ampio risulta l'uso di psicofarmaci. Le visite effettuate hanno evidenziato la presenza di numerose situazioni di trattenimenti che giungono persino alla soglia massima dei 18 mesi. Dentro l'inquietante scenario del Cie di Gradisca scoppiano, come è evidente, continue tensioni e rivolte, dettate dalla totale disperazione dei trattenuti e che trovano come unica risposta una dura repressione, anche attraverso l'improvvido utilizzo, in spazi angusti e semi chiusi, di lacrimogeni, come è avvenuto negli ultimi giorni".
Lo afferma oggi l'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che chiede al Governo di chiudere la struttura, "da tempo quasi interamente inagibile, di cui è rimasto attivo un solo 'braccio"'. "In questa condizione di degradazione della dignità umana - prosegue l'Asgi - i trattenuti passano il loro tempo, spesso molti mesi, in una condizione di totale vuoto e spaesamento, con evidenti ripercussioni sulla loro salute psico-fisica.
Ampio risulta l'uso di psicofarmaci. Le visite effettuate hanno evidenziato la presenza di numerose situazioni di trattenimenti che giungono persino alla soglia massima dei 18 mesi. Dentro l'inquietante scenario del Cie di Gradisca scoppiano, come è evidente, continue tensioni e rivolte, dettate dalla totale disperazione dei trattenuti e che trovano come unica risposta una dura repressione, anche attraverso l'improvvido utilizzo, in spazi angusti e semi chiusi, di lacrimogeni, come è avvenuto negli ultimi giorni".
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