Cresce la preoccupazione per la situazione dei cinque attivisti arabi ahwazi che si trovano nel braccio della morte in Iran. Mohammad Ali Amourinezhad, Seyed Jaber Alboshokeh, Mokhtar Alboshokeh, Hashem Sha’bani Nezhad e Hashem Rashedi sono stati condannati a morte con l’ accusa di Moharebeh (inimicizia contro Dio), propaganda contro l’establishment e agire contro la sicurezza nazionale.
Le famiglie degli altri tre prigionieri condannati a morte, Mohammad Ali Amourinezhad, Seyed Jaber Alboshokeh e Mokhtar Alboshokeh non hanno avuto il permesso di visitare i prigionieri il 14 agosto.
Tutto rimane incerto e ciò che preoccupa di più le associazioni per i diritti umani è che la loro esecuzione potrebbe essere imminente e per questo la comunità internazionale dovrebbe fare il possibile per salvare la vita di questi cinque prigionieri.
Già nel mese di gennaio, 30 organizzazioni per i diritti umani avevano rilasciato una dichiarazione congiunta esprimendo “profonda preoccupazione” per l’imminente esecuzione di cinque attivisti arabi ahwazi, esortando la comunità internazionale e le organizzazioni dei diritti umani ad agire immediatamente.
Tra le minoranze etniche in Iran, gli arabi Ahwazi sono sottoposti ad alcune delle più gravi repressioni da parte del governo centrale. A questo va aggiunto il fatto che l’Iran rimane uno dei paesi che maggiormente ricorrono alla pena di morte. Secondo le stime di Iran Human Rights, almeno 65 persone sono state messe a morte nelle prime tre settimane dopo le elezioni presidenziali in Iran.
di Elisa Cassinelli
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