L'esodo è il più grande nella storia recente della popolazione curda. Il rischio è la scomparsa dell'etnia nelle regioni siriane. Mons. Warda, arcivescovo di Erbil, racconta il lavoro della Chiesa locale fra i rifugiati. Essi sono soprattutto donne, anziani e bambini.
Erbil - Oltre 15mila profughi di etnia curda hanno attraversato nei giorni scorsi la frontiera con l'Iraq per cercare rifugio nel Kurdistan iracheno. L'esodo è il più grande nella storia recente del popolo curdo. Mons. Bashar Warda, arcivescovo di Erbil, una della città che sta ospitando il maggior numero di rifugiati, racconta adAsiaNews: "Queste persone hanno lasciato le loro abitazioni e i loro averi in Siria. Hanno bisogno di tutto: cibo, acqua, medicinali e un riparo sotto cui dormire". Il prelato spiega che la maggior parte sono donne, anziani e bambini. Gli uomini e i figli più grandi sono rimasti in Siria a combattere contro le milizie islamiste che in questi mesi hanno tentato di conquistare la regione.
"Da quando è iniziato l'esodo - continua mons. Warda - la diocesi di Erbil ha dato il via a una campagna di aiuti, raccogliendo beni di prima necessità e creando luoghi in cui accogliere i rifugiati". Per gestire la situazione, la diocesi ha creato un apposito comitato, il Mercy Charitable Committee, con sede ad Ankawa (Erbil) che si occuperà di inviare ogni giorno viveri e beni ai campi allestiti dal governo. Dall'inizio del conflitto siriano l'Iraq, e in particolare la regione del Kurdistan, ha ospitato oltre 300mila profughi.
Mons. Warda lancia un appello per sostenere la popolazione rifugiata: "Abbiamo bisogno di aiuti. Apprezziamo tutti coloro che desiderano aiutarci a sfamare e curare queste famiglie bisognose". Il prelato sottolinea che la Chiesa caldea, attraverso il suo comitato, compie regolari visite ai campi, per verificare l'effettiva distribuzione dei viveri. "Saremmo grati a tutti coloro che vogliono sostenerci".
La migrazione di massa preoccupa il governo regionale del Kudistan, incapace per il momento di assorbire il numero di persone che arrivano nella zona. Secondo una fonte interna al Partito democratico curdo (Pyd), in questi mesi il governo regionale ha tentato di controllare il valico, dando il benestare solo agli scambi commerciali. Tuttavia, nessuno si aspettava un esodo della popolazione di tali dimensioni. Per le autorità curde se tale esito continuerà il Kurdistan siriano resterà deserto. (S.C.)
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