Quanto dura una condanna a vita? Determinante è anche l'età del condannato nel momento dell'arresto. Per Antonio Barbeau, che è stato arrestato all'età di tredici anni, accusato di aver ucciso la sua nonna settantottenne con la complicità del coetaneo Nathan Paape, la condanna all'ergastolo inflittagli martedì sarà una pena davvero lunga.
Difficile sostenere che il tredicenne sapesse bene a cosa andava incontro. Di certo è un ragazzo cresciuto in fretta, Antonio. Abbastanza grande per dire a Nathan di sapere dove la nonna tiene i soldi. Si intrufolano nel garage dell'anziana. Lei sente che c'è qualcuno. Scende e trova i due ragazzi. Pensa a qualche marachella e li invita a casa. Poi i racconti dei due diventano confusi. Tuttavia entrambi confessano di aver aggredito l'anziana.
Una violenza famigliare più unica che rara: due tredicenni che prendono a martellate la nonna. Antonio e Nathan vivono a Sheboygan, nello Stato di Wisconsin, Stati Uniti. Una cittadina tranquilla di cinquantamila abitanti che si affaccia sul Lago Michigan e si fa chiamare la città del formaggio, delle sedie e dei bambini. Sarà anche così.
Sicuramente formaggi e sedie si produrranno così in abbondanza da essere l'orgoglio di questa città, ma sui bambini, il fatto che possono essere perseguiti penalmente all'età di tredici anni come se fossero adulti, dimostra che prima vengono l'ordine, la giustizia e forse la vendetta, e poi l'essere bambino.
Al processo, Antonio ha tentato di leggere una lettera alla Corte per dire quanto era dispiaciuto, ma è scoppiato in lacrime e non è riuscito a finirla. Il suo avvocato, oltre che facendo leva sulla giovanissima età, ha cercato di impietosire la giuria ricordando che Antonio da bambino ha subito un incidente grave che ha determinato il suo comportamento deviante. Ma né le lacrime, né la sua lesione cerebrale sono riusciti ad intenerire il cuore del Giudice Timothy Van Akkeren che ha condannato Antonio all'ergastolo. Ma non solo. Nello Stato di Wisconsin il Giudice decide anche se, e quando il condannato all'ergastolo può chiedere di essere ammesso a misure alternative al carcere. Quindi il Giudice ha sentenziato che Antonio potrà chiedere di mettere piede fuori dal carcere tra 36 anni, all'età di 50. Il suo amico Nathan invece, che ha fatto il processo separatamente, potrà iniziare a uscire all'età di 45 anni. Di fronte alle telecamere, il Giudice ha dichiarato che "era il minimo necessario per assicurare la tutela della collettività e per scoraggiare altri dal commettere un simile reato, a dir poco orribile".
Forse, se un reato simile fosse successo in qualsiasi stato europeo, il processo non sarebbe andato così. Certo l'ergastolo esiste in quasi tutta l'Europa, ma nessuno stato, nemmeno la Gran Bretagna che recentemente è stata condannata dalla Cedu per la sua forma di whole life tariff (ergastolo senza possibilità di parole) prevede questo tipo di condanna per i minorenni. In nessuna società che si reputa civile si puniscono così severamente due bambini "per scoraggiare gli altri dal commettere lo stesso reato".
L'Italia ha ancora il codice penale fascista e sull'ergastolo non scherza affatto, visto che tiene nelle sue carceri quasi mille ergastolani ostativi, eppure ha messo su un sistema penale che tratta i minori con gran senso di responsabilità e di umanità. In Italia, la giustizia penale minorile pone in primo piano il benessere del minore: il processo, la condanna, la detenzione, le forme di misura alternativa, tutto deve tendere alla rieducazione del minore e nessun giudice avrebbe potuto emanare una sentenza così severa.
Insomma, non solo in Italia, ma in nessuna parte del mondo, due bambini che fanno un gesto mostruoso diventano automaticamente dei mostri. Anzi, forse il loro comportamento è frutto di un'infanzia difficile di cui non sono sicuramente colpevoli. Basta questo perché ci sia un doveroso coinvolgimento di tutta la comunità, un impegno collettivo di recupero dei due ragazzini e un'analisi onesta sulle ragioni e sul contesto in cui è maturato quel gesto.
Sicuramente il livello di civiltà di una società si vede anche dal modo in cui essa tratta i minori, anche i più cattivi, e la tranquilla cittadina di Sheboygan deve fare ancora molta, molta strada.
di Elton Kalica
Difficile sostenere che il tredicenne sapesse bene a cosa andava incontro. Di certo è un ragazzo cresciuto in fretta, Antonio. Abbastanza grande per dire a Nathan di sapere dove la nonna tiene i soldi. Si intrufolano nel garage dell'anziana. Lei sente che c'è qualcuno. Scende e trova i due ragazzi. Pensa a qualche marachella e li invita a casa. Poi i racconti dei due diventano confusi. Tuttavia entrambi confessano di aver aggredito l'anziana.
Una violenza famigliare più unica che rara: due tredicenni che prendono a martellate la nonna. Antonio e Nathan vivono a Sheboygan, nello Stato di Wisconsin, Stati Uniti. Una cittadina tranquilla di cinquantamila abitanti che si affaccia sul Lago Michigan e si fa chiamare la città del formaggio, delle sedie e dei bambini. Sarà anche così.
Sicuramente formaggi e sedie si produrranno così in abbondanza da essere l'orgoglio di questa città, ma sui bambini, il fatto che possono essere perseguiti penalmente all'età di tredici anni come se fossero adulti, dimostra che prima vengono l'ordine, la giustizia e forse la vendetta, e poi l'essere bambino.
Al processo, Antonio ha tentato di leggere una lettera alla Corte per dire quanto era dispiaciuto, ma è scoppiato in lacrime e non è riuscito a finirla. Il suo avvocato, oltre che facendo leva sulla giovanissima età, ha cercato di impietosire la giuria ricordando che Antonio da bambino ha subito un incidente grave che ha determinato il suo comportamento deviante. Ma né le lacrime, né la sua lesione cerebrale sono riusciti ad intenerire il cuore del Giudice Timothy Van Akkeren che ha condannato Antonio all'ergastolo. Ma non solo. Nello Stato di Wisconsin il Giudice decide anche se, e quando il condannato all'ergastolo può chiedere di essere ammesso a misure alternative al carcere. Quindi il Giudice ha sentenziato che Antonio potrà chiedere di mettere piede fuori dal carcere tra 36 anni, all'età di 50. Il suo amico Nathan invece, che ha fatto il processo separatamente, potrà iniziare a uscire all'età di 45 anni. Di fronte alle telecamere, il Giudice ha dichiarato che "era il minimo necessario per assicurare la tutela della collettività e per scoraggiare altri dal commettere un simile reato, a dir poco orribile".
Forse, se un reato simile fosse successo in qualsiasi stato europeo, il processo non sarebbe andato così. Certo l'ergastolo esiste in quasi tutta l'Europa, ma nessuno stato, nemmeno la Gran Bretagna che recentemente è stata condannata dalla Cedu per la sua forma di whole life tariff (ergastolo senza possibilità di parole) prevede questo tipo di condanna per i minorenni. In nessuna società che si reputa civile si puniscono così severamente due bambini "per scoraggiare gli altri dal commettere lo stesso reato".
L'Italia ha ancora il codice penale fascista e sull'ergastolo non scherza affatto, visto che tiene nelle sue carceri quasi mille ergastolani ostativi, eppure ha messo su un sistema penale che tratta i minori con gran senso di responsabilità e di umanità. In Italia, la giustizia penale minorile pone in primo piano il benessere del minore: il processo, la condanna, la detenzione, le forme di misura alternativa, tutto deve tendere alla rieducazione del minore e nessun giudice avrebbe potuto emanare una sentenza così severa.
Insomma, non solo in Italia, ma in nessuna parte del mondo, due bambini che fanno un gesto mostruoso diventano automaticamente dei mostri. Anzi, forse il loro comportamento è frutto di un'infanzia difficile di cui non sono sicuramente colpevoli. Basta questo perché ci sia un doveroso coinvolgimento di tutta la comunità, un impegno collettivo di recupero dei due ragazzini e un'analisi onesta sulle ragioni e sul contesto in cui è maturato quel gesto.
Sicuramente il livello di civiltà di una società si vede anche dal modo in cui essa tratta i minori, anche i più cattivi, e la tranquilla cittadina di Sheboygan deve fare ancora molta, molta strada.
di Elton Kalica
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