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Malato, ha bisogno di cure e medicine. L'appello di Italia Chiama Italia all'Ambasciata d'Italia e al Comites di Santo Domingo. Un italiano di 61 anni, detenuto nel carcere di Najayo, a San Cristobal, località alle porte della capitale della Repubblica Dominicana, ha deciso di iniziare uno sciopero della fame come "unica forma di protesta nei confronti dell'ambasciata italiana di Santo Domingo", la quale non garantirebbe al nostro connazionale "sufficiente assistenza medica e i prodotti di prima necessità". A denunciarlo, tramite una lettera inviata alla nostra redazione - e, in copia, anche all'ambasciata d'Italia e al presidente del Comites di Santo Domingo, Ermanno Filosa - è un amico del connazionale detenuto.
A trovarsi dietro le sbarre è Ambrogio Semeghini, il quale sta molto male: secondo quanto racconta chi lo ha potuto visitare di recente, sta perdendo la cornea dell'occhio destro a causa di una grave malattia, oltre a soffrire di crisi respiratorie. Per evitare che le proprie condizioni di salute peggiorino, Ambrogio ha bisogno di cure e di medicine, che tuttavia non arrivano o arrivano in maniera sporadica e insufficiente.
A dire la verità, l'ambasciata italiana di Santo Domingo ha dimostrato interesse verso le condizioni di salute dell'italiano, chiedendo alle autorità del carcere quali fossero le sue reali condizioni di salute. Non sappiamo, tuttavia, al momento, quali siano state le decisioni della nostra sede diplomatica per quanto riguarda il caso Semeghini.
Chi di recente ha visitato Ambrogio in prigione afferma che sta molto male e che uno sciopero della fame non farebbe altro che peggiorare la situazione. Italia Chiama Italia, attraverso le proprie pagine, insieme al Maie Rd - il Movimento Associativo Italiani all'Estero, presente anche nella Repubblica Dominicana, rivolge un appello all'ambasciata d'Italia e al Comites di Santo Domingo: fate qualcosa. Non abbandonate Ambrogio al proprio destino. Si sarà anche macchiato di colpe tali da meritare la prigione, ma la galera non può essere una condanna a morte.
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