In Uzbekistan si avvia verso la conclusione il processo contro Bobomurad Razzakov, attivista di spicco della regione di Bukhara, incarcerato dalle autorità il 10 luglio. Human Rights Watchha denunciato l’irregolarità del processo e ha chiesto a Stati Uniti e all’Unione Europea di far pressioni sull’Uzbekistan affinché rilasci Razzakov e gli altri attivisti.
Razzakov è accusato di traffico di essere umani e il processo è iniziato il 26 agosto nella corte criminale della regione di Bukhara. HRW è convinta che le accuse sia finte e che si tratti di una vendetta per il lavoro di Razzakov in difesa dei diritti umani.
Razzakov è il presidente del ramo regionale diEzgulik (Compassione), l’unica ONG indipendente legalmente registrata in Uzbekistan. È anche un membro del partito di opposizion Erk (Libertà). Lavora come corrispondente locale di numerosi giornali esteri e ha spesso aiutato gli agricoltori locali a difendersi dalla corruzione e dagli abusi di potere.
L’accusa deriva dalla denuncia di una donna che sostiene che Razzakov l’ha spinta a fidarsi e ad andare ad abitare nella casa di una persona che poi l’ha costretta a prostituirsi. Razzakov, prima dell’arresto, aveva detto ai colleghi che la vittima l’aveva contattata chiedendogli aiuto per trovare un parente scomparso in Russia. L’avvocato d’ufficio ritiene che la donna sia stata costretta a fornire una testimonianza falsa dalle autorità uzbeke. La pena massima per Razzakov è di 8 anni.
Nel mese precedente al suo arresto, Razzakov aveva subito molte pressioni per via del suo operato. Il 10 giugno era stato convocato per un interrogatorio da parte di Alisher Andaev, il capo dell’anti-terrorismo nella regione, che gli aveva intimato di dimettersi da Ezgulik e di interrompere i rapporti con i media stranieri, altrimenti lui e la sua famiglia ne avrebbero subito le conseguenze.
Gli attivisti per i diritti umani sono spesso stati incriminati con le accuse di frode, estorsione, ma anche traffico di esseri umani, rapimento e stupro. Solitamente una persona del posto contatta l’operatore ONG in cerca d’aiuto per poi testimoniare contro di lui in tribunale.
Così Steve Swerdlow, ricercatore nell’Asia Centrale per HRW: «Razzakov si è battuto a lungo contro la corruzione e gli abusi di potere in una regione dell’Uzbekistan dove molti hanno paura a denunciare. La sua incriminazione rientra nello schema tipico di accuse artificiose create ad arte per zittire gli attivisti. Se le autorità uzbeke hanno un problema con le denunce di corruzione e altri abusi dovrebbero discuterne in pubblico invece che rinchiuderlo con accuse false».
Bambini lavorano dei campi di cotone, una delle violazioni a lungo combattute da Razzakov e Ezgulik (fonte Cotton Campaign)
Ezgulik è costantemente sotto pressione e nel 2012 ha dovuto chiudere uno dei suoi uffici regionali. Sono più di una dozzina gli attivisti in prigione per il loro lavoro e le critiche al governo, senza contare i giornalisti indipendenti e i membri dell’opposizione. Molti sono stati maltrattati e torturati in carcere e viene negato loro un giusto processo.
Conclude Swerdlow: «Siamo molto preoccupati per il destino di Razzakov qualora venisse condannato. L’Uzbekistan dovrebbe rispettare le leggi internazionali che proteggono gli attivisti per i diritti umani e i suoi partner stranieri dovrebbe spingere Tashkent a mantenere i patti».
Razzakov è accusato di traffico di essere umani e il processo è iniziato il 26 agosto nella corte criminale della regione di Bukhara. HRW è convinta che le accuse sia finte e che si tratti di una vendetta per il lavoro di Razzakov in difesa dei diritti umani.
Razzakov è il presidente del ramo regionale diEzgulik (Compassione), l’unica ONG indipendente legalmente registrata in Uzbekistan. È anche un membro del partito di opposizion Erk (Libertà). Lavora come corrispondente locale di numerosi giornali esteri e ha spesso aiutato gli agricoltori locali a difendersi dalla corruzione e dagli abusi di potere.
L’accusa deriva dalla denuncia di una donna che sostiene che Razzakov l’ha spinta a fidarsi e ad andare ad abitare nella casa di una persona che poi l’ha costretta a prostituirsi. Razzakov, prima dell’arresto, aveva detto ai colleghi che la vittima l’aveva contattata chiedendogli aiuto per trovare un parente scomparso in Russia. L’avvocato d’ufficio ritiene che la donna sia stata costretta a fornire una testimonianza falsa dalle autorità uzbeke. La pena massima per Razzakov è di 8 anni.
Nel mese precedente al suo arresto, Razzakov aveva subito molte pressioni per via del suo operato. Il 10 giugno era stato convocato per un interrogatorio da parte di Alisher Andaev, il capo dell’anti-terrorismo nella regione, che gli aveva intimato di dimettersi da Ezgulik e di interrompere i rapporti con i media stranieri, altrimenti lui e la sua famiglia ne avrebbero subito le conseguenze.
Gli attivisti per i diritti umani sono spesso stati incriminati con le accuse di frode, estorsione, ma anche traffico di esseri umani, rapimento e stupro. Solitamente una persona del posto contatta l’operatore ONG in cerca d’aiuto per poi testimoniare contro di lui in tribunale.
Così Steve Swerdlow, ricercatore nell’Asia Centrale per HRW: «Razzakov si è battuto a lungo contro la corruzione e gli abusi di potere in una regione dell’Uzbekistan dove molti hanno paura a denunciare. La sua incriminazione rientra nello schema tipico di accuse artificiose create ad arte per zittire gli attivisti. Se le autorità uzbeke hanno un problema con le denunce di corruzione e altri abusi dovrebbero discuterne in pubblico invece che rinchiuderlo con accuse false».
Bambini lavorano dei campi di cotone, una delle violazioni a lungo combattute da Razzakov e Ezgulik (fonte Cotton Campaign)
Ezgulik è costantemente sotto pressione e nel 2012 ha dovuto chiudere uno dei suoi uffici regionali. Sono più di una dozzina gli attivisti in prigione per il loro lavoro e le critiche al governo, senza contare i giornalisti indipendenti e i membri dell’opposizione. Molti sono stati maltrattati e torturati in carcere e viene negato loro un giusto processo.
Conclude Swerdlow: «Siamo molto preoccupati per il destino di Razzakov qualora venisse condannato. L’Uzbekistan dovrebbe rispettare le leggi internazionali che proteggono gli attivisti per i diritti umani e i suoi partner stranieri dovrebbe spingere Tashkent a mantenere i patti».
di Enrico Passarella
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