Intercettati, uccisi, detenuti a tempo indeterminato, separati dai familiari, rimandati in mezzo alla guerra dalla quale cercavano di fuggire. L'Egitto dei militari, coi rifugiati siriani si comporta così. Invece di offrire aiuto a chi ha perso tutto (parenti, casa, beni di sussistenza) in guerra, le autorità egiziane portano avanti da mesi una prassi inumana che colpisce persone in particolari condizioni di vulnerabilità.
Di fronte all'alternativa tra carcere in Egitto e morte certa in patria, sempre più siriani scelgono l'opzione della morte solo possibile, pagando i trafficanti fino a 3500 dollari per salire su un'imbarcazione pericolante e pronta al naufragio, e prendono il mare. Destinazione Europa, quando ci arrivano vivi.
Solo nell'ultimo mese, la marina egiziana ha intercettato 13 imbarcazioni con a bordo rifugiati siriani diretti verso l'Europa. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati, le autorità egiziane hanno arrestato 946 persone, delle quali 724 (tra cui donne e bambini) sono tuttora in stato di detenzione.
Una delegazione di Amnesty International è appena rientrata dall'Egitto.
I rifugiati siriani arrestati hanno due destini davanti a sé: rimanere detenuti a tempo indeterminato o essere rimandati in Siria. Spesso, il primo precede il secondo. Gli avvocati, cui è stato impedito di assumere la difesa dei rifugiati siriani detenuti nelle stazioni di polizia delle città costiere, hanno denunciato che in almeno due casi vi sono state espulsioni collettive di rifugiati siriani verso Damasco.
Nel corso di una visita a una stazione di polizia di Alessandria, l'organizzazione per i diritti umani ha trovato circa 40 rifugiati siriani detenuti illegalmente e a tempo indeterminato, compresi 10 bambini tra cui due gemellini di un anno, in cella dal 17 settembre.
Nella maggior parte dei casi, i rifugiati arrestati vengono trattenuti in carcere su decisione dell'agenzia per la sicurezza nazionale, persino dopo che il procuratore ha ordinato il loro rilascio.
Parecchi rifugiati hanno detto ad Amnesty International di non avere altra scelta se non lasciare l'Egitto a causa delle condizioni ostili che stanno incontrando nel paese.
Non va meglio ai rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria. Il 4 ottobre un gruppo di 36 persone, in buona parte palestinesi, è stato espulso verso Damasco. Molti si troverebbero da allora detenuti nella sezione Palestina dei servizi segreti militari.
I rifugiati siriani e palestinesi in Egitto sono stati accusati di sostenere la Fratellanza musulmana e di aver preso parte alle violenze successive al 3 luglio, giorno della deposizione del presidente Mohamed Morsi. Sono vittime di un profondo stigma e subiscono attacchi xenofobi da parte dei mezzi d'informazione egiziani.
Negli ultimi mesi, le autorità egiziane hanno introdotto nuove restrizioni per i cittadini siriani che entrano in Egitto, tra cui l'ottenimento di un visto e una verifica di sicurezza precedente al loro arrivo. Amnesty International ha chiesto ai paesi della regione di tenere aperte le frontiere a coloro che fuggono dal conflitto siriano e alla comunità internazionale di aumentare le possibilità per i rifugiati più vulnerabili di essere reinsediati fuori dalla regione.
di Riccardo Noury
Solo nell'ultimo mese, la marina egiziana ha intercettato 13 imbarcazioni con a bordo rifugiati siriani diretti verso l'Europa. Secondo gli ultimi dati forniti dall'Alto commissariato Onu per i rifugiati, le autorità egiziane hanno arrestato 946 persone, delle quali 724 (tra cui donne e bambini) sono tuttora in stato di detenzione.
Una delegazione di Amnesty International è appena rientrata dall'Egitto.
I rifugiati siriani arrestati hanno due destini davanti a sé: rimanere detenuti a tempo indeterminato o essere rimandati in Siria. Spesso, il primo precede il secondo. Gli avvocati, cui è stato impedito di assumere la difesa dei rifugiati siriani detenuti nelle stazioni di polizia delle città costiere, hanno denunciato che in almeno due casi vi sono state espulsioni collettive di rifugiati siriani verso Damasco.
Nel corso di una visita a una stazione di polizia di Alessandria, l'organizzazione per i diritti umani ha trovato circa 40 rifugiati siriani detenuti illegalmente e a tempo indeterminato, compresi 10 bambini tra cui due gemellini di un anno, in cella dal 17 settembre.
Nella maggior parte dei casi, i rifugiati arrestati vengono trattenuti in carcere su decisione dell'agenzia per la sicurezza nazionale, persino dopo che il procuratore ha ordinato il loro rilascio.
Parecchi rifugiati hanno detto ad Amnesty International di non avere altra scelta se non lasciare l'Egitto a causa delle condizioni ostili che stanno incontrando nel paese.
Non va meglio ai rifugiati palestinesi provenienti dalla Siria. Il 4 ottobre un gruppo di 36 persone, in buona parte palestinesi, è stato espulso verso Damasco. Molti si troverebbero da allora detenuti nella sezione Palestina dei servizi segreti militari.
I rifugiati siriani e palestinesi in Egitto sono stati accusati di sostenere la Fratellanza musulmana e di aver preso parte alle violenze successive al 3 luglio, giorno della deposizione del presidente Mohamed Morsi. Sono vittime di un profondo stigma e subiscono attacchi xenofobi da parte dei mezzi d'informazione egiziani.
Negli ultimi mesi, le autorità egiziane hanno introdotto nuove restrizioni per i cittadini siriani che entrano in Egitto, tra cui l'ottenimento di un visto e una verifica di sicurezza precedente al loro arrivo. Amnesty International ha chiesto ai paesi della regione di tenere aperte le frontiere a coloro che fuggono dal conflitto siriano e alla comunità internazionale di aumentare le possibilità per i rifugiati più vulnerabili di essere reinsediati fuori dalla regione.
di Riccardo Noury
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