A sette mesi dalla pubblicazione del rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per l'infanzia (Unicef) sul trattamento dei minori palestinesi sotto custodia militare in Israele, si registrano tuttora delle violazioni dei diritti umani.
È quanto emerge dal primo rapporto di monitoraggio (Progress Report) sulla condizione dei minori palestinesi detenuti dalle autorità militari israeliane, appena reso noto dall'Unicef. Tuttavia, come si legge in un comunicato, le autorità israeliane stanno anche dando corpo a diverse iniziative per dare seguito alle raccomandazioni formulate dall'Unicef nel marzo scorso. Il rapporto affermava che vi fossero fondati sospetti di casi di maltrattamento durante gli arresti, i trasferimenti e gli interrogatori di minorenni detenuti in Cisgiordania.
In risposta, il ministro degli Esteri israeliano aveva dichiarato di voler valutare le conclusioni del rapporto e di essere disponibile a lavorare per dare seguito a queste raccomandazioni, collaborando con l'agenzia dell'Onu. Da allora l'Unicef ha collaborato strettamente con l'ufficio del Procuratore generale delle Forze armate israeliane (Idf), con la comunità diplomatica e con organizzazioni non governative internazionali, israeliane e palestinesi per fornire sostegno al processo di trasformazione delle raccomandazioni in azioni concrete. Nel settembre scorso il Comando centrale dell'Idf per la Cisgiordania ha accettato un test pilota in due aree della Cisgiordania, basato su un nuovo approccio: emettere ordini di convocazione per i minori ricercati, anziché procedere con arresti in casa nel cuore della notte, che sono traumatici per i bambini e per i loro fratelli. L'Unicef considera questo sviluppo fondamentale e in linea con uno dei documenti di raccomandazione più importanti, che afferma che "gli arresti di bambini dovrebbero avvenire durante il giorno, anche in situazioni eccezionali e gravi".
Ad aprile 2013 è inoltre entrato in vigore l'ordine militare che per la prima volta riduce il periodo di detenzione di un minore palestinese prima di comparire di fronte a un giudice del tribunale militare. Il nuovo ordine riduce i tempi da quattro giorni a 24 ore per i bambini tra 12 e 13 anni e da due a quattro giorni per quelli di età compresa tra 14 e 15 anni. Non vi sono cambiamenti per i bambini tra 16 e 17 anni. Tali misure sono in linea con le raccomandazioni del rapporto, secondo le quali i bambini "in stato di detenzione, entro 24 ore dal loro arresto, dovrebbero avere accesso rapido ed efficace ad un controllo giurisdizionale indipendente sulla legalità del loro arresto e della loro detenzione". In ogni caso, questi tempi possono essere estesi se vengono riscontrate "circostanze speciali".
L'Unicef continuerà a collaborare con il Procuratore generale delle Forze armate israeliane e promuoverà tutte e 38 le raccomandazioni del Rapporto, per migliorare la protezione per i bambini in conformità agli standard internazionali. Tali raccomandazioni includono la proibizione, nei confronti di detenuti minorenni, di pratiche quali: bendatura degli occhi, detenzione dura, abuso fisico, denudazione e perquisizione, isolamento.
In risposta, il ministro degli Esteri israeliano aveva dichiarato di voler valutare le conclusioni del rapporto e di essere disponibile a lavorare per dare seguito a queste raccomandazioni, collaborando con l'agenzia dell'Onu. Da allora l'Unicef ha collaborato strettamente con l'ufficio del Procuratore generale delle Forze armate israeliane (Idf), con la comunità diplomatica e con organizzazioni non governative internazionali, israeliane e palestinesi per fornire sostegno al processo di trasformazione delle raccomandazioni in azioni concrete. Nel settembre scorso il Comando centrale dell'Idf per la Cisgiordania ha accettato un test pilota in due aree della Cisgiordania, basato su un nuovo approccio: emettere ordini di convocazione per i minori ricercati, anziché procedere con arresti in casa nel cuore della notte, che sono traumatici per i bambini e per i loro fratelli. L'Unicef considera questo sviluppo fondamentale e in linea con uno dei documenti di raccomandazione più importanti, che afferma che "gli arresti di bambini dovrebbero avvenire durante il giorno, anche in situazioni eccezionali e gravi".
Ad aprile 2013 è inoltre entrato in vigore l'ordine militare che per la prima volta riduce il periodo di detenzione di un minore palestinese prima di comparire di fronte a un giudice del tribunale militare. Il nuovo ordine riduce i tempi da quattro giorni a 24 ore per i bambini tra 12 e 13 anni e da due a quattro giorni per quelli di età compresa tra 14 e 15 anni. Non vi sono cambiamenti per i bambini tra 16 e 17 anni. Tali misure sono in linea con le raccomandazioni del rapporto, secondo le quali i bambini "in stato di detenzione, entro 24 ore dal loro arresto, dovrebbero avere accesso rapido ed efficace ad un controllo giurisdizionale indipendente sulla legalità del loro arresto e della loro detenzione". In ogni caso, questi tempi possono essere estesi se vengono riscontrate "circostanze speciali".
L'Unicef continuerà a collaborare con il Procuratore generale delle Forze armate israeliane e promuoverà tutte e 38 le raccomandazioni del Rapporto, per migliorare la protezione per i bambini in conformità agli standard internazionali. Tali raccomandazioni includono la proibizione, nei confronti di detenuti minorenni, di pratiche quali: bendatura degli occhi, detenzione dura, abuso fisico, denudazione e perquisizione, isolamento.
Inoltre si raccomanda che, ad eccezione di circostanze estreme, i bambini non devono essere arrestati di notte e che un avvocato o un membro della famiglia deve essere presente durante gli interrogatori dei minorenni sospetti, con possibilità di effettuare video-registrazioni degli interrogatori.
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