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È aumentata la pratica della tortura nei centri di detenzione gestiti dalle milizie emerse durante la Rivoluzione del 2011 contro il regime di Muammar Gheddafi. È quanto si legge in un rapporto dell'Alto commissariato per i diritti umani delle Nazioni Unite, nel quale si chiede alle autorità di Tripoli di mettere tutte le strutture sotto il pieno controllo dello Stato.
"Il documento indica che le torture sono diffuse e solitamente avvengono immediatamente dopo l'arresto e nei primi giorni di interrogatorio per ottenere confessioni o altre informazioni", ha detto la portavoce dell'Alto Commissariato Onu Ravina Shamdasani.
"In alcuni casi alcuni membri delle milizie armate le ammettono e tentano di giustificare gli abusi fisici sui detenuti", ha aggiunto. Gli autori del rapporto Onu hanno visitato 30 centri di detenzione in due anni. Si stima che circa ottomila persone siano ancora detenute in strutture controllate da milizie armate. "La stragrande maggioranza dei circa ottomila detenuti in relazione alla rivoluzione non hanno avuto un processo", ha spiegato Shamdasani.
Nel rapporto vengono poi indicati 27 casi di decessi in carcere dalla fine del 2011, di cui 11 nel 2013. "Chiediamo un'azione rapida per trasferire i detenuti in mano alle milizie armate sotto l'effettivo controllo dello stato e di riprendere gli sforzi per costruire un sistema di giustizia penale", ha proseguito Shamdasani.
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