Pagine

mercoledì 2 ottobre 2013

Mondiali Qatar 2022, immigrati come schiavi per costruire gli stadi

La Voce della Russia
In Qatar gli impianti sportivi che ospiteranno i campionati mondiali di calcio, vengono costruiti con l’uso di lavoro coercitivo dei migranti. Questa notizia, diffusa dal quotidiano britannico “The Guardian”, viene ora verificata dal Comitato organizzatore internazionale, ma le inchieste informali svolte dai giornalisti e dagli attivisti dei diritti dell’uomo gia’ confermano che gli operai stranieri si trovano in pratica in condizioni di schiavitu’.
Nicolas Macgihan, esperto per i paesi del Golfo Persico di “Human Rights Watch”, intervistato da “La Voce della Russia”, ha parlato della gravita’ della situazione in Qatar sul piano dei diritti della persona e della tutela del lavoro.

Quanto e’ grave la situazione in Qatar sul versante dei diritti dell’uomo e della tutela del lavoro? E’ vero che gli operai nepalesi vengono trattati come schiavi?

Le violazioni sono veramente gravi. Agli operai viene ritirato il passaporto, non si paga tempestivamente la retribuzione dovuta, gli immigrati non possono contare sull’aiuto dei sindacati e non hanno accesso al sistema di giustizia. Tutto cio’ serve per costringerli a lavorare. Se voi credete che il lavoro coercitivo sia diverso dalla schiavitu’, allora per voi non e’ lavoro coercitivo.

Qualcuno ha provato a denunciare gli abusi, a fare qualcosa per difendere i diritti degli operai nepalesi?

Si’, in giugno dell’anno scorso “Human Rights Watch” ha pubblicato una relazione sul tems. Siamo una delle organizzazioni che da anni, in tutta la regione, portano avanti la campagna dedicata a questo problema. Il movimento sindacale internazionale prende molto sul serio questo problema, viene discusso anche da vari gruppi attiva contro la discriminazione razziale. L’atteggiamento e’ molto critico.

Il ministero del Lavoro del Qatar dichiara che che nel paese esistono rigide norme che regolamentano la sicurezza dei lavoratori e le modalita’ di retribuzione. Potrebbe intervenire anche l’Organizzazione Internazionale del Lavoro per mettere a nudo le violazioni che il ministero del Qatar cerca di nascondere?In realta’ l’Organizzazione internazionae cerca di non entrare mai in conflitto con i governi. L’Organizzazione preferisce lavorare insieme ai governi e risolvere problemi attraverso la consulenza o gli aiuti. Quindi in Qatar l’Organizzazione Internazionale del Lavoro non fara’ nulla, anche se ha espresso un parere piuttosto critico. Il ministro del Lavoro del Qatar insiste dicendo che il suo paese ha le rispettive leggi, ma le leggi sono buone se convalidate da qualche cosa. Invece non sono convalidate con nulla. Quindi, dal punto di vista della legislazione, la tutela del lavoro in Qatar e’ piu’ una cosa teorica che pratica.

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.