Scappano dal conflitto. Ma a Beirut le donne siriane trovano l'inferno. E le bimbe sono date in spose.
da Beirut
Sono scappate dalle bombe. Dal gas nervino. E dai soldati. Ma dopo essere sopravvissute ai peggiori orrori, le donne in fuga dalla Siria trovano l'orrore in Libano.
Arrivano cercando rifugio e protezione e invece, secondo la denuncia della Ong Human rights watch, sempre più spesso diventano vittime di sfruttamento, subiscono molestie e violenze sessuali.
825 MILA PROFUGHI IN LIBANO. Nel Paese dei Cedri, a lungo ritenuto il cortile di casa della famiglia Assad, sono arrivati più di 825 mila rifugiati sfuggiti al conflitto, registrati presso l’Alto commissariato delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr): un numero enorme per un Paese che conta poco più di 4 milioni di abitanti. Una presenza massiccia che pesa sulla vita economica, sociale e politica del Libano.
LA VULNERABILITÀ DELLE DONNE. Dalle testimonianze raccolte dagli operatori umanitari emerge che sono soprattutto i datori di lavoro a violentare, molestare e sfruttare sessualmente le donne rifugiate. Donne particolarmente vulnerabili: perché sole, drammaticamente bisognose di un lavoro e di un’abitazione e, spesso, prive di documenti d’identità.
«La mancanza di posti per tutti nei campi profughi costringe molti rifugiati a muoversi nel Paese alla ricerca di mezzi di sostentamento e riparo, rendendoli ancora più vulnerabili», spiega a Lettera43.it Tarek Abouzeinab, fondatore di Say no to violence, associazione libanese contro le molestie sessuali.
Non solo: molti profughi sono anche entrati clandestinamente nel Paese attraverso zone di confine come Sheeba, e non hanno quindi la documentazione necessaria per chiedere aiuto alle autorità.
I casi sono moltissimi e atroci.
I casi sono moltissimi e atroci.
Una donna di 43 anni, fuggita due anni fa dalla periferia di Damasco e arrivata in Libano sola con i figli, con la garanzia dell'anonimato ha raccontato di aver subito molestie sessuali in ben nove delle 10 diverse famiglie dove ha lavorato. Ora ha paura a cercare un nuovo lavoro e per sopravvivere conta solo sugli aiuti del volontariato.
«Dai dati che abbiamo raccolto possiamo dire che almeno due donne siriane su 10 sono state vittime di sfruttamento economico, sociale e sessuale», spiega Abouzeinab.
BAMBINE VENDUTE COME SPOSE. Poi c'è il dramma delle spose bambine. Valgono poche migliaia di dollari in questa parte di mondo. Che per qualcuno è un considerato tesoro.
«Ho incontrato un padre siriano», racconta il fondatore di Say no to violence, «che prima di rientrare in Siria, per cercare di salvare qualcosa di quello che aveva abbandonato, ha dato in sposa tutte e tre le sue figlie, la più piccola di nove anni la più grande di 15. Mi ha detto che è stato costretto a farlo, non aveva altro modo per dare loro da mangiare».
LO SFRUTTAMENTO DELLE GIOVANI. Lo sfruttamento, però, si manifesta in molte forme. È il caso delle giovanissime che per 100-150 dollari al mese lavorano tutti i giorni per più di 10 ore nei caffè e nei ristoranti del Paese. E succede anche in zone come «Maameltein, nel Monte Libano, famosa per il suo quartiere a luci rosse».
Secondo Human rights watch è necessario che i Paesi donatori aumentino in maniera consistente i finanziamenti per i bisogni di base dei rifugiati. Inoltre il Libano e l'Onu dovrebbero impegnarsi per rendere più sicuro e facile per le donne denunciare le molestie subite, senza timore di rappresaglie. E dovrebbero offrire a loro sostegno psicologico e legale.
Secondo Human rights watch è necessario che i Paesi donatori aumentino in maniera consistente i finanziamenti per i bisogni di base dei rifugiati. Inoltre il Libano e l'Onu dovrebbero impegnarsi per rendere più sicuro e facile per le donne denunciare le molestie subite, senza timore di rappresaglie. E dovrebbero offrire a loro sostegno psicologico e legale.
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