In Bangladesh “il 2013 è stato un anno denso di conflitti e di abusi sui diritti umani”. “E’ stato un anno problematico soprattutto per la gente comune, a causa delle violente lotte di potere in campo politico ed economico”.
E’ quanto riferisce all’Agenzia Fides Rosaline Costa, dell’associazione “Hotline Human Rights Trust”, che monitora il rispetto dei diritti umani nel Paese.
“Il 2013 è stato un anno caratterizzato da incertezza sociale e politica, da pericoli e forte violenza”. Grave, inoltre, il problema dello sfruttamento del lavoro, che chiama in causa anche grandi multinazionali occidentali: “Ci sono oltre 2,8 milioni di lavoratori, uomini e donne in circa 5.000 fabbriche” che lavorano con salari molto bassi, ricorda l’attivista per i diritti umani e collaboratrice della Commissione “Giustizia e Pace” dei vescovi del Bangladesh.
La maggior parte dei proprietari delle fabbriche non permette ai lavoratori di avere un sindacato. A causa della scarse ispezioni – sottolinea Rosaline Costa - si verificano incendi devastanti e mortali. Nel 2013 oltre 100 persone sono rimaste soffocate o arse vive. Inoltre il crollo di un edificio di nove piani, il 24 aprile 2013, ha provocato la morte di 1.113 lavoratori.
Durante il 2013, oltre 100 persone sono poi rimaste uccise in seguito a violenze innescate da motivi politici. L’associazione “Hotline Human Rights Trust”, conclude Costa, “ha fatto e continuerà a fare il possibile per aiutare le vittime di abusi dei diritti umani, riconoscendo e denunciando le principali ingiustizie, creando consapevolezza sui problemi sociali, ricercando soluzioni pacifiche ai conflitti familiari e locali”. (A.L.)
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