“La gente è chiusa in casa, qualcuno esce giusto per reperire le provviste necessarie, quello che si trova in giro nei pochi negozi aperti. Le strade sono deserte, l’unico rumore costante è quello degli elicotteri militari che sorvolano la città”: lo racconta alla MISNA padre Dieu-Beni Mbanga, cancelliere dell’arcidiocesi di Bangui. Qui, stamattina militari ciadiani della forza africana in Centrafrica (Misca) hanno aperto il fuoco questa mattina contro manifestanti che protestavano nei pressi dell’aeroporto, uccidendo una persona.
Secondo i i mezzi di informazione locali, una piccola folla di civili, per lo più cristiani, si erano radunati intorno all’ingresso dello scalo internazionale per chiedere le dimissioni del presidente Michel Djotodia e il ritiro delle truppe ciadiane.
Alcuni mostravano dei cartelloni su cui era scritto “Sì all’operazione Sangaris (delle truppe francesi, ndr) no ai soldati ciadiani” che in molti sospettano di complicità con gli ex ribelli della Seleka, autori del colpo di stato che in marzo ha portato Djotodia al potere. Dopo i tafferugli, degenerati con il ricorso alle armi da parte dei militari di N’djamena, soldati francesi sono intervenuti per sedare la folla e disperdere l’assembramento.
“La situazione è molto tesa, anche ieri c’è stata una manifestazione, di segno opposto contro l’intervento francese, scaturita dal decesso di tre elementi della Seleka durante un’operazione di disarmo” racconta ancora il religioso.
Nel resto della capitale, in cui è in vigore un coprifuoco dalle 18 alle sei del mattino, non sono segnalati altri incidenti anche se le tensioni intercomunitarie, sfociate in scontri a intermittenza in diversi quartieri, restano vive e la situazione è estremamente volatile.
[AdL]
Secondo i i mezzi di informazione locali, una piccola folla di civili, per lo più cristiani, si erano radunati intorno all’ingresso dello scalo internazionale per chiedere le dimissioni del presidente Michel Djotodia e il ritiro delle truppe ciadiane.
Alcuni mostravano dei cartelloni su cui era scritto “Sì all’operazione Sangaris (delle truppe francesi, ndr) no ai soldati ciadiani” che in molti sospettano di complicità con gli ex ribelli della Seleka, autori del colpo di stato che in marzo ha portato Djotodia al potere. Dopo i tafferugli, degenerati con il ricorso alle armi da parte dei militari di N’djamena, soldati francesi sono intervenuti per sedare la folla e disperdere l’assembramento.
“La situazione è molto tesa, anche ieri c’è stata una manifestazione, di segno opposto contro l’intervento francese, scaturita dal decesso di tre elementi della Seleka durante un’operazione di disarmo” racconta ancora il religioso.
Nel resto della capitale, in cui è in vigore un coprifuoco dalle 18 alle sei del mattino, non sono segnalati altri incidenti anche se le tensioni intercomunitarie, sfociate in scontri a intermittenza in diversi quartieri, restano vive e la situazione è estremamente volatile.
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