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domenica 1 dicembre 2013

Immigrazione: Garante detenuti; al Cie di Roma Ponte Galeria ora è emergenza freddo

Ristretti Orizzonti
Il garante dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni: "fra le piogge torrenziali ed i primi veri freddi della stagione, gli oltre cento ospiti della struttura costretti a sopravvivere tra i disagi". Da giorni sotto le piogge torrenziali e, per di più, senza riscaldamenti per difendersi dai primi veri freddi dell'inverno. È questa la situazione attuale degli oltre 100 ospiti extracomunitari del Centro di Identificazione ed Espulsione (C.I.E.) di Ponte Galeria. 

A denunciarla, il Garante dei diritti dei detenuti del Lazio Angiolo Marroni. Nonostante i livelli di affollamento siano fra i più bassi registrati negli ultimi mesi (la struttura ha, infatti, una capienza di circa 360 posti complessivi nei due settori maschile e femminile) la qualità e le condizioni di vita all'interno del C.I.E. sono tutt'altro che migliori. Nei giorni scorsi, caratterizzati da piogge torrenziali, è stato necessario l'utilizzo di un'autovettura per consentire agli operatori ed ai volontari di accedere al centro guadando un'enorme lago che si è formato proprio all'ingresso del Centro.

La notte, poi, gli ospiti sono costretti a fare i conti con il mancato funzionamento dell'impianto di riscaldamento di cui è dotato ogni modulo abitativo della struttura. Un disservizio che, a quanto hanno appreso gli operatori del Garante che settimanalmente visitano la struttura, permane da diverso tempo. A questi disagi, la settimana scorsa si è anche aggiunto un guasto che ha comportato la sospensione dell'erogazione di acqua corrente nella struttura,

"Nonostante l'encomiabile impegno della cooperativa Auxilium, che gestisce il CIE e lo spirito di sacrificio delle forze dell'ordine che ne garantiscono la sicurezza, - ha detto il Garante dei detenuti Angiolo Marroni - periodicamente siamo costretti a documentare disservizi e tensioni all'interno della struttura di Ponte Galeria. Lo scorso anno, ad esempio, nel bel mezzo dell'inverno, gli ospiti erano costretti a vivere in ciabatte per prevenire i rischi di fuga. Chi ha la responsabilità della gestione di queste strutture deve mettere in preventivo che le condizioni di vita nel CIE sono pesantissime e i lunghi tempi di permanenza le trasformano in veri e propri luoghi di detenzione dove, paradossalmente, mancano le garanzie che ci sono nelle carceri. Eppure basterebbero sensibilità e senso pratico per disinnescare tante piccole criticità che potrebbero sfociare in tensioni e malumori".

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