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sabato 7 dicembre 2013

Lettere: il "testamento" di un carcerato morente nel Centro Clinico di Regina Coeli

Il Messaggero
"Sono detenuto presso il centro clinico di Regina Coeli. Sto scontando un cumulo di condanne per "reati comuni", furti soprattutto. Ho avuto tre infarti, ho subito due interventi di angioplastica, ho un pacemaker e un defibrillatore nel torace, sono resistente ai farmaci salvavita, ex tossicodipendente e invalido al cento per cento. Non posso essere sottoposto a trapianto perché il rischio sarebbe altissimo. Sono un morto che cammina.

Nonostante questo a soli due mesi dalla fine della pena mi è stata negata la possibilità di accedere a una Rsa, residenza sanitaria assistenziale, della Asl dove sono in lista di attesa. Il tribunale di sorveglianza ha deciso così anche se già da anni mi è stata riconosciuta l'incompatibilità con il regime detentivo.


Ho iniziato l'astensione alla terapia farmacologica salvavita. Non vorrei morire anzitempo ma solo richiamare l'attenzione che finora non c'è stata sul dramma di tanti detenuti malati. Sono pronto a pagare con la vita questa mia battaglia. Affido a voi questa storia affinché se dovesse avere un triste epilogo possa emergere la verità."

di Vincenzo Lepore

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