"Una giornata apocalittica": così il vescovo di Bangassou, Juan José Aguirre Muños, definisce quello che è successo ieri a Bangui, la capitale della Repubblica Centrafricana.

Dal racconto di monsignor Aguirre sembra che il Centrafrica rischia di sprofondare in un conflitto interconfessionale. “Diversi negozi di musulmani sono stati saccheggiati, mentre mentre i Seleka (che sono in maggioranza musulmani, ndr) stanno uccidendo giovani cristiani un po’ in tutti i quartieri. Abbiamo contato almeno un centinaio di corpi per le strade di questi giovani, spesso uccisi con un colpo di machete in testa. Ogni parrocchia della capitale sta accogliendo fino a 2.000-3.000 persone. Stiamo cercando cibo per queste persone ma l’insicurezza rende difficili gli approvvigionamenti”.
Una nota dell'arcivescovato a Caritas internazionale informa che sono 10.000 le persone rifugiate nella chiesa di San Bernardo e nel monastero del quartiere di Boy– Rabe, dove i combattimenti sono scoppiati all’alba di ieri.
Il bilancio provvisorio degli scontri è di almeno 105 morti. L’esercito francese - dopo il via libera di ieri da parte dell'Onu a una forza armata formata da 3.600 soldati africani e 1.200 francesi - ha già iniziato a pattugliare le strade della capitale anche con l’impiego di elicotteri. Di recente l'Unicef ha lanciato l'allarme sui bambini-soldato, che nella Repubblica Centrafricana sarebbero 6.000.
Il Paese è sprofondato nel caos lo scorso marzo quando i miliziani Seleka, a maggioranza musulmana, hanno deposto il presidente Michel Bozizé. L'attuale presidente ad interim Michel Djotodia accusa elementi vicini a Bozizé di essere responsabili dell'attacco.
Il bilancio provvisorio degli scontri è di almeno 105 morti. L’esercito francese - dopo il via libera di ieri da parte dell'Onu a una forza armata formata da 3.600 soldati africani e 1.200 francesi - ha già iniziato a pattugliare le strade della capitale anche con l’impiego di elicotteri. Di recente l'Unicef ha lanciato l'allarme sui bambini-soldato, che nella Repubblica Centrafricana sarebbero 6.000.
Il Paese è sprofondato nel caos lo scorso marzo quando i miliziani Seleka, a maggioranza musulmana, hanno deposto il presidente Michel Bozizé. L'attuale presidente ad interim Michel Djotodia accusa elementi vicini a Bozizé di essere responsabili dell'attacco.
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