L'uomo è un ex pugile giapponese condannato alla pena capitale per aver assassinato il capo, la moglie e i suoi due figli nel 1966; confessò sotto tortura.

Iwao è stato ritenuto responsabile dell'omicidio di 4 persone: il proprio capo, lamoglie e i due figli, e per questo ha passato più di 30 anni di reclusione inisolamento.
Immediatamente dopo l'arresto, Iwao negò con forza di essere il responsabile dei delitti ma dopo alcuni giorni ritrattò la sua versione dei fatti e confessò tutto; secondo alcune ricostruzioni l'uomo sarebbe stato torturato e in questo modo costretto alla confessione.
A riaprire il caso è stato Norimichi Kumamoto, uno degli stessi giudici che firmarono il verdetto di condanna a morte; Kumamoto non fu mai convinto della colpevolezza del pugile e oggi, dopo più di 40 anni, ha spezzato il silenzio imposto dalla legge.
Hakamada Iwao è il più longevo condannato alla pena capitale: l'attesa è stata possibile perché in Giappone il ministro della Giustizia può rifiutarsi di firmare il via all'esecuzione se non pienamente convinto della sua colpevolezza.
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