Pagine

mercoledì 8 gennaio 2014

Russia: aiutiamo le donne che vengono torturate nelle carceri

www.huffingtonpost.it
Nadia Tolokonnikova è stata liberata di recente da un carcere siberiano in cui è rimasta reclusa - insieme alle altre componenti delle Pussy Riot - per più di ventun mesi per aver partecipato alla "preghiera punk" di protesta contro il presidente russo Vladimir Putin. Nadia divulga sull'Huffington Post le sue riflessioni sul periodo che ha trascorso in carcere.

Perché credo sia importante mobilitarsi per il sistema carcerario russo? La risposta è semplice. Perché le ragazze e le donne che si trovano dietro le sbarre mi dicono: "Sogno di prendere la tubercolosi solo per uscire dall'IK-2!" Queste donne hanno un posto dove andare quando saranno liberate, hanno genitori e figli. Ma sono talmente umiliate, represse e private della voglia di vivere che sono pronte a contrarre di proposito una grave malattia per un'unica ragione: finire in ospedale per uscire di prigione. Una prigione dove vengono percosse con mazze, spranghe e anfibi, dove dormono solo poche ore al giorno, dove trasportano blocchi di cemento, dove vengono torturate e uccise.

È per questo che stiamo creando "Justice Zone". È una piattaforma che sarà la base per l'azione collettiva di persone accomunate dall'interesse per il destino di quelle detenute le cui vite si stanno sgretolando sotto il sistema penale russo. Durante la nostra prigionia, l'amministrazione del carcere ha tentato di mettere a tacere me e Masha Aloykhina facendo pressione sulle detenute che ci erano più affezionate. Ora tenta anche di dare un giro di vite alle attività di "Justice Zone" prendendo in ostaggio l'amica di una persona che lavora insieme a noi in favore dei diritti umani.

Kira Sagaydarova, nostra collega di Justice Zone, è stata liberata cinque mesi fa dalla prigione IK-2 e ora partecipa attivamente al nostro lavoro per cambiare la situazione nelle carceri. Di recente Kira ha rilasciato diverse interviste in cui ha parlato delle flagranti violazioni e delle sistematiche violenze che si verificano nell'IK-2. Questi sono solo alcuni degli episodi che Kira ha vissuto: "Per i primi sei mesi ti uccidono lentamente. Rizhov, direttore della zona industriale, vuole che i supervisori dei laboratori di cucito raggiungano una certa quota di produzione, ma i supervisori non raggiungono la quota finché le nuove ragazze non imparano a cucire. Perciò i supervisori le picchiano. Una volta ti picchiano, poi magari ti strappano i capelli, ti sbattono la testa contro la macchina per cucire o ti portano in una cella punitiva, dove ti prendono a botte e calci usando mani e piedi, oppure tolgono la cinghia dalla macchina per cucire e ti colpiscono con quella".

"I supervisori sono i responsabili della maggior parte delle violenze che avvengono nella colonia penale. Fanno quello che vogliono e dispongono a loro piacimento della vita delle persone. Mi hanno colpito sulla schiena con tutta la loro forza, o sulla testa, non fa differenza. Più volte sono crollata e ho pianto, e non riesco nemmeno a elencare tutte le cose che succedevano lì. A loro non importa nulla. C'è stato un periodo in cui ci versavano addosso acqua gelida in una cella punitiva ghiacciata in pieno inverno!".

Vika Dubrovina è un'amica di Kira ed è ancora in prigione. A metà novembre Kira ha smesso improvvisamente di ricevere lettere da Vika. Il 25 dicembre Vika è riuscita a chiamare sua mamma, e le ha detto di aver trascorso l'ultimo mese in una cella punitiva. Ecco le parole della madre di Vika: "Vika mi ha chiamato in lacrime e mi ha detto che, a causa di un'intervista rilasciata da Kira, l'hanno messa due volte per quindici giorni in una cella punitiva e le hanno detto di tenersi pronta a spostarsi nel SUS." Il SUS è una caserma in cui ti chiudono a chiave e ti proibiscono di vedere familiari o amici e di fare telefonate. I direttori della prigione IK-2 non nascondono il fatto che Vika subirà trattamenti punitivi finché Kira, che ora è libera, smetterà di parlare delle carceri della Mordovia.

La prima volta che Vika è stata messa in una cella punitiva è stato a causa di una targhetta. Le si è avvicinata una dipendente del carcere che le ha strappato la targhetta con il nome, poi le ha annunciato che stare in prigione senza la targhetta è una violazione, per la quale sarebbe stata punita con quindici giorni di reclusione nella cella d'isolamento ghiacciata. Dopo quindici giorni, Vika è uscita dalla cella punitiva. Ha trascorso la notte nella caserma principale con tutte le detenute. Il giorno seguente, è stata convocata dal direttore, il quale le ha detto che sarebbe stata nuovamente punita a causa dell'uniforme, per qualche irregolarità nella casacca, e che l'avrebbero mandata di nuovo in cella punitiva per altri quindici giorni.

Il 26 dicembre, il giorno successivo alla fine del secondo periodo in cella punitiva, Vika è stata rinchiusa in isolamento per un terzo periodo con un altro pretesto assurdo. Perciò Vika sta trascorrendo quarantacinque giorni in isolamento. Alla metà di gennaio, quando sarà portata di nuovo nel reparto principale, i dirigenti dell'IK-2 escogiteranno un altro piano per punirla di nuovo, solo per il fatto che la sua amica Kira sta rivelando cosa succede nella prigione. Insieme alla madre di Vika abbiamo già inoltrato una denuncia al Procuratore Generale e alla Procura di Moldavia, e abbiamo presentato un'istanza alla corte di Zubova Polyana Mordovia affinché i tre periodi trascorsi da Vika in cella punitiva siano dichiarati azioni illegali perpetrate dall'amministrazione dell'IK-2.

Per ottenere la risposta delle procure e della corte bisognerà attendere un paio di settimane, ma dobbiamo iniziare ad agire subito, oggi stesso. Dobbiamo chiarire ai direttori dell'IK-2 e al sistema carcerario della Mordovia che non possono punire impunemente Vika Dubrovina per vendicarsi del fatto che la sua amica scrive della situazione nel carcere. Per questo motivo, incoraggiamo tutti voi che non restate indifferenti di fronte al male - che è quello che sta succedendo a Vika - a mostrare ai funzionari del carcere della Mordavia che le loro azioni saranno punite. Al momento sono già state inoltrare centinaia di proteste da persone che hanno risposto al nostro appello e non sono rimaste indifferenti. Speriamo che, grazie all'attenzione generale, le punizioni illegali cesseranno a non ne verranno imposte di nuove.

di Nadia Tolokonnikova (articolo originale in inglese)

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.