
Sempre oggi è prevista la cerimonia ufficiale di insediamento del Polo di sviluppo economico della Casamance. Il progetto finanziato dallo Stato senegalese (sei milioni di dollari) e dalla Banca mondiale, con una linea di credito di 40 milioni, è teso ad accrescere la produttività del settore agricolo, offrendo un sostegno particolare a giovani e donne nelle tre regioni meridionali di Ziguinchor, Kolda e Sedhiou. Dopo anni di pesanti scontri, nell’ultimo periodo si sono verificati attacchi mirati, imboscate e scaramucce, sempre meno frequenti ma tutt’ora causa di instabilità nella regione dal forte potenziale agricolo e turistico. Una calma relativa che d’altra parte alimenta l’ottimismo delle autorità locali e nazionali, anche se finora non si è tradotta in passi avanti concreti sul piano negoziale.
Di recente monsignor Paul Abel Mamba, vescovo di Ziguinchor, ha insistito sulla necessità di coinvolgere tutti i cittadini senegalesi così come i paesi vicini – Gambia e Guinea Bissau – per trovare “una soluzione politica durevole e definitiva” attraverso la firma di un accordo “rispettoso della sovranità di tutti”, in grado di assicurare “sviluppo solidario tra tutti i popoli della regione”. Nel suo discorso alla nazione per il 2014, il presidente Macky Sall ha invece assicurato che “con il sostegno di tutti i nostri partner rimangono in vigore tutte quelle misure di reinserimento per quanti accettano di deporre le armi”. Eletto quasi due anni fa, il capo dello Stato si è impegnato a risolvere il conflitto in Casamance.
[VV]
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