Il corpo smagrito che presenta lesioni, la voce rotta, i segni delle frustrate sulla schiena. È irriconoscibile dopo un anno di detenzione nelle carceri lager della Guinea Equatoriale l'imprenditore edile Roberto Berardi, 49 anni, originario di Latina, accusato di truffa e appropriazione indebita. Berardi è riuscito ad inviare alcune immagini scioccanti che lo ritraggono in cella, ma anche una testimonianza audio - diffusa in serata dal Tg1 - dove afferma di avere subito delle torture.
"Da più di un anno sono imprigionato e da due mesi sono in una cella di isolamento senza vedere luce e ricevo bastonate e frustate. La pressione è fortissima, spero di riuscire a resistere almeno per potere vedere i miei figli". Secondo la ricostruzione dei familiari, l'imprenditore aveva formato una società di costruzioni con Teodoro Obiang Nguema Mangue (detto Teodorin), figlio del presidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo.
Ma dopo la scoperta di alcune strane operazioni sul conto corrente dell'impresa aveva chiesto spiegazioni. Subito dopo però era stato prelevato, accusato di frode fiscale e sbattuto in carcere. Obiang è sotto processo negli Usa per riciclaggio e inseguito da un ordine di cattura della magistratura francese.
Secondo l'inchiesta aperta negli Stati Uniti, i soldi sarebbero stati sottratti da Teodorin. Il risultato è che Berardi è stato condannato a scontare una pena di due anni e quattro mesi in Guinea equatoriale. L'odissea dell'italiano è stata denunciata oggi anche dal presidente della Commissione per la tutela dei Diritti umani Luigi Manconi (Pd), che ha annunciato di avere "presentato un'interrogazione urgente al ministro degli Esteri a proposito di uno dei tremila nostri connazionali detenuti all'estero, spesso in condizioni disumane".
"Ho sollecitato la massima attenzione da parte del nostro ministero degli Esteri, che già da tempo segue la vicenda, in ultimo attraverso l'azione del vice ministro Pistelli, nel momento in cui l'attenzione dei media potrebbe portare a un mutamento di orientamento da parte del governo della Guinea Equatoriale. È proprio adesso che si deve sviluppare il massimo dell'iniziativa - ha esortato Manconi - per garantire l'incolumità di Berardi e il rispetto dei suoi diritti fondamentali".
"Da più di un anno sono imprigionato e da due mesi sono in una cella di isolamento senza vedere luce e ricevo bastonate e frustate. La pressione è fortissima, spero di riuscire a resistere almeno per potere vedere i miei figli". Secondo la ricostruzione dei familiari, l'imprenditore aveva formato una società di costruzioni con Teodoro Obiang Nguema Mangue (detto Teodorin), figlio del presidente della Guinea Equatoriale, Teodoro Obiang Nguema Mbasogo.
Ma dopo la scoperta di alcune strane operazioni sul conto corrente dell'impresa aveva chiesto spiegazioni. Subito dopo però era stato prelevato, accusato di frode fiscale e sbattuto in carcere. Obiang è sotto processo negli Usa per riciclaggio e inseguito da un ordine di cattura della magistratura francese.
Secondo l'inchiesta aperta negli Stati Uniti, i soldi sarebbero stati sottratti da Teodorin. Il risultato è che Berardi è stato condannato a scontare una pena di due anni e quattro mesi in Guinea equatoriale. L'odissea dell'italiano è stata denunciata oggi anche dal presidente della Commissione per la tutela dei Diritti umani Luigi Manconi (Pd), che ha annunciato di avere "presentato un'interrogazione urgente al ministro degli Esteri a proposito di uno dei tremila nostri connazionali detenuti all'estero, spesso in condizioni disumane".
"Ho sollecitato la massima attenzione da parte del nostro ministero degli Esteri, che già da tempo segue la vicenda, in ultimo attraverso l'azione del vice ministro Pistelli, nel momento in cui l'attenzione dei media potrebbe portare a un mutamento di orientamento da parte del governo della Guinea Equatoriale. È proprio adesso che si deve sviluppare il massimo dell'iniziativa - ha esortato Manconi - per garantire l'incolumità di Berardi e il rispetto dei suoi diritti fondamentali".
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