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In Svezia il numero di quelli che finiscono dietro le sbarre è in costante diminuzione ormai da una decina d'anni: in media un calo dell'1 per cento sin dal 2004, con un'accelerazione negli ultimi anni, dove si sono toccate punte del -6 per cento.
Tanti i motivi. Dopo una sentenza della Corte Suprema, che nel 2011 ha ridefinito i criteri delle pene per i crimini legati alla droga, i giudici svedesi emettono ad esempio condanne mediamente più miti. Quando si può, si tende a tenere la gente fuori dalle prigioni, optando per misure come la libertà vigilata o l'assegnazione ai servizi sociali.
Raramente le condanne superano i 10 anni.
Dal 2004 si è registrata una flessione del 36 per cento dei furti e del 12 per cento dei crimini violenti.
Organizzazioni di volontariato aiutano di ex detenuti a reinserirsi nella società. Il processo di riabilitazione funziona.
La percentuale degli ex carcerati che torna a commettere crimini in Svezia si aggira tra il 30 e il 40 per cento. In Gran Bretagna la percentuale è praticamente doppia.
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