Radio Vaticana
Oltre 250 rifugiati congolesi sono morti nel ribaltamento di un’imbarcazione che stava riportandoli nella Repubblica Democratica del Congo (Rdc).
Secondo una nota inviata all’agenzia Fides dal Coordinamento della società civile del Nord Kivu, la tragedia si è verificata il 22 marzo. I rifugiati erano fuggiti dalla località di Watalinga, nel territorio di Beni, nel Nord Kivu (est della Rdc), tra luglio e dicembre 2013. In un primo momento erano stati accolti in alcune località di frontiera tra la Rdc e l’Uganda. In seguito erano stati trasferiti dalle autorità ugandesi nel campo di rifugiati di Kyangwali (Uganda) a più di 350 km dalla frontiera.
Quando i rifugiati hanno appreso la notizia che l’esercito congolese aveva liberato i loro villaggi dalla presenza dei ribelli ugandesi dell’Adf-Nalu, hanno chiesto di rientrare nella Rdc. Due imbarcazioni motorizzate erano state messe a loro disposizione per attraversare il Lago Alberto. La prima ha effettuato la traversata senza problemi, mentre la seconda, con 292 persone a bordo, è affondata nel mezzo del lago. Secondo la nota inviata a Fides, l’incidente si è verificato alle 9 del mattino del 22 marzo. Solo 41 persone sono sopravvissute, compreso il comandare e l’intero equipaggio (tutti ugandesi) e qualche rifugiato. La società civile del Nord Kivu chiede al governo congolese un’inchiesta indipendente per accertare le circostanze della tragedia. (R.P.)
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