Abbiamo sempre cercato di evitare di commentare notizie che riguardano le tradizioni e i costumi degli altri paesi quando gli stessi non coinvolgono violazioni dei diritti umani ma una notizia che proviene dall’Arabia Saudita non può non farci interrogare su ciò che accade negli altri stati evidenziando la necessità di interventi da parte delle autorità internazionali per una più ampia tutela e riconoscimento dei diritti fondamentali dell’uomo.
A dichiararlo Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, dopo aver appreso della notizia apparsa sul sito saudito Sabq, del parrucchiere (uomo) arrestato dalla locale polizia religiosa per il taglio di capelli di una donna.
Membri della Commissione per la promozione della virtù e la prevenzione del vizio avrebbero fatto irruzione sul posto di lavoro di parrucchiere nella città di Jeddah dopo aver ricevuto una denuncia. Il barbiere è stato scoperto in “flagrante” mentre si accingeva a tagliare i capelli di una donna che non aveva più di 20 anni, con la porta del negozio chiuso. Non resta che da interrogarci sul fatto: è possibile che un gesto simile, che fa parte della quotidianità di quasi tutti i paesi, possa portare alla privazione, anche temporanea della libertà di una persona?
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