Provvedimento di clemenza per la donna condannata prima alla lapidazione e poi a 10 anni di carcere per adulterio
Teheran - Sakineh ha vinto la sua battaglia. La donna iraniana, condannata alla morte per lapidazione per adulterio (condanna poi convertita in 10 anni di carcere) è potuta uscire dal carcere. Le autorità comunicano che le è stato dato un periodo di libertà, alcune settimane fa, per buona condotta, e che la decisione è un segno della "benevolenza religiosa verso le donne" del sistema iraniano. Il caso di Sakineh Mohammadi Ashtiani aveva sollevato una forte mobilitazione internazionale quando sembrava che la sua esecuzione fosse imminente.
In favore di Sakineh sarebbe stato emesso un provvedimento di amnistia, ha detto all'Adn Kronos l'avvocato italiano Bruno Malattia, che da anni segue il caso della donna iraniana che nel 2006 è stata condannata alla lapidazione per adulterio e per il suo presunto coinvolgimento nell'uccisione del marito. "Il provvedimento di clemenza - scrive in un comunicato l'avvocato di Pordenone, che ha patrocinato le ragioni di Sakineh al Parlamento europeo insieme al Comitato internazionale contro la pena di morte e la lapidazione - è stato adottato ieri in coincidenza con l'anno nuovo secondo il calendario iraniano. L'annuncio è stato dato da Mahamad Javad Larijiani, Segretario Generale del Consiglio Superiore iraniano per i diritti umani, e diffuso dalla stampa governativa del paese".
In favore di Sakineh sarebbe stato emesso un provvedimento di amnistia, ha detto all'Adn Kronos l'avvocato italiano Bruno Malattia, che da anni segue il caso della donna iraniana che nel 2006 è stata condannata alla lapidazione per adulterio e per il suo presunto coinvolgimento nell'uccisione del marito. "Il provvedimento di clemenza - scrive in un comunicato l'avvocato di Pordenone, che ha patrocinato le ragioni di Sakineh al Parlamento europeo insieme al Comitato internazionale contro la pena di morte e la lapidazione - è stato adottato ieri in coincidenza con l'anno nuovo secondo il calendario iraniano. L'annuncio è stato dato da Mahamad Javad Larijiani, Segretario Generale del Consiglio Superiore iraniano per i diritti umani, e diffuso dalla stampa governativa del paese".
Manca ancora una conferma alla notizia da parte dei familiari della donna. "Anche se le autorità e la stampa iraniane hanno cercato di attribuire la decisione all'equità e alla magnanimità del sistema giudiziario di quel paese - dice l'avvocato Malattia - il felice epilogo della vicenda che ha coinvolto Sakineh è dovuto alla campagna internazionale contro l'ingiusta condanna alla lapidazione pronunciata dal Tribunale islamico".
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