L'International Trade Union Confederation denuncia 1200 morti fra gli operari impegnati nella costruzione deglio impianti per il Mondiale 2022. I lavoratori: "Passaporti requisiti"
Brasile e Qatar unite nella tragedia anche se con numeri e forme ben differenti. Purtoppo si parla ancora di 'morti bianche' durante la costruzione degli impianti per i Mondiale del 2022. A far scattare l'allarme è la denuncia International Trade Union Confederation.
Secondo l'ITUC infatti sarebbero addirittura già 1200 i decessi avvenuti durante i lavori negli impiati qatarioti. Nel comunicato ufficiale non si usano mezzi termini: "Che le cause siano attacchi cardiaci per il troppo stress o malattie dovute alle squallide condizioni di vita, la radice del problema è una sola: le condizioni di lavoro".
Secca la risposta della commissione del Qatar: "Le affermazioni della ITUC sono fuorvianti ed errate. Ci sono problemi, ma il processo di cambiamento non si può ottenere da un giorno all'altro. Ci impegneremo a vederci chiaro". Intanto alcuni dei circa 500 mila operai al lavoro provenienti per lo più dall'India, si sono fatti sentire contattanto la redazione del quotidiano inglese 'Guardian': "Hanno trattenuto le nostre paghe. Ci fanno lavorare al caldo e senza pausa pranzo e inoltre hanno confiscato i nostri passaporti così che non possianmo lasciare il paese".
Accuse pesanti a cui la FIFA che vigila sull'organizzazione dovrà dare delle risposte: "Lavoreremo per trovare soluzioni sostenibili". A questo punto, il problema del caldo torrido per i calciatori (il Mondiale potrebbe slittare in inverno) sembre davvero un'inezia di fronte ad una possibile violazione dei diritti umani.
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