USA, Austin - Il boia in Texas continuerà a lavorare: a dieci giorni dall’esaurimento delle scorte, lo stato della stella solitaria si è procurato un nuovo rifornimento di veleni per l’iniezione letale dei condannati a morte. In testa al resto degli Stati Uniti per numero di esecuzioni, il Texas ha deciso di mantenere segreto il fornitore delle sostanze che fanno perdere conoscenza, poi paralizzano il respiro e infine fermano il cuore dei condannati.
“In passato ci sono state minacce gravi. E’ un dato che non può essere pubblicizzato per proteggere la sicurezza di chi ci da’ i farmaci”, hanno detto funzionari del Texas Department of Criminal Justice.
La decisione di non rivelare la fonte dei farmaci killer mette il Texas in rotta di collisione con recenti prese di posizione del ministero della Giustizia statale secondo cui le informazioni sulle sostanze usate nelle iniezioni letali devono essere di dominio pubblico.
La controversia coincide con una serie di decisioni di aziende farmaceutiche, molte delle quali hanno sede in Europa, di smettere di vendere agli stati americani che hanno la pena di morte nei loro ordinamenti sostanze come il pentobarbital e altri farmaci usati nelle esecuzioni. L’annuncio del Texas arriva sulla scia della decisione dell’Oklahoma che ieri ha sospeso l’iniezione letale di due condannati dopo aver esaurito la scorta di veleni.
La scarsità di farmaci ha indotto altri stati a rivedere i loro protocolli della morte e ad acquistare sostanze killer da fonti alternative. Uno di risultati si e’ visto in Ohio in gennaio: il detenuto Dennis McGuire, avvelenato con una combinazione di idromorfone (un antidolorifico) e midazolan (un sedativo) ha impiegato 26 minuti a morire e la sua famiglia ha successivamente fatto causa allo stato invocando il divieto costituzionale di metodi di punizione inumani e crudeli.
In Texas il primo a sperimentare sulla sua pelle la nuova partita di farmaci sarà Tommy Sells, un assassino la cui esecuzione e’ in programma il 3 aprile. “Cercheremo di fermarla invocando le incertezze sulla fonte delle sostanze letali”, ha dichiarato Alan Futrell, il suo avvocato.
La decisione di non rivelare la fonte dei farmaci killer mette il Texas in rotta di collisione con recenti prese di posizione del ministero della Giustizia statale secondo cui le informazioni sulle sostanze usate nelle iniezioni letali devono essere di dominio pubblico.
La controversia coincide con una serie di decisioni di aziende farmaceutiche, molte delle quali hanno sede in Europa, di smettere di vendere agli stati americani che hanno la pena di morte nei loro ordinamenti sostanze come il pentobarbital e altri farmaci usati nelle esecuzioni. L’annuncio del Texas arriva sulla scia della decisione dell’Oklahoma che ieri ha sospeso l’iniezione letale di due condannati dopo aver esaurito la scorta di veleni.
La scarsità di farmaci ha indotto altri stati a rivedere i loro protocolli della morte e ad acquistare sostanze killer da fonti alternative. Uno di risultati si e’ visto in Ohio in gennaio: il detenuto Dennis McGuire, avvelenato con una combinazione di idromorfone (un antidolorifico) e midazolan (un sedativo) ha impiegato 26 minuti a morire e la sua famiglia ha successivamente fatto causa allo stato invocando il divieto costituzionale di metodi di punizione inumani e crudeli.
In Texas il primo a sperimentare sulla sua pelle la nuova partita di farmaci sarà Tommy Sells, un assassino la cui esecuzione e’ in programma il 3 aprile. “Cercheremo di fermarla invocando le incertezze sulla fonte delle sostanze letali”, ha dichiarato Alan Futrell, il suo avvocato.
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