Quaranta bambini vivono in prigione con le loro madri. Ma qualcosa è cambiato grazie a delle novità. Le ultime notizie su un fenomeno complesso.
Di recente sulla questione, seppure su un piano differente, c’è stato un importante passaggio sui diritti dei figli dei detenuti. Un protocollo di intesa, fortemente voluto dall’associazione Bambini senza sbarre, ha stabilito, tra le tante cose, che «la scelta del luogo di detenzione di un genitore con figli di minore età tenga conto della necessità di garantire la possibilità di contatto diretto tra loro durante la permanenza nell’istituto penitenziario». Inoltre ogni minorenne deve avere la possibilità di fare visita al genitore detenuto entro una settimana dall’arresto e, con regolarità, da quel momento in poi.
Infine, in tutte «le sale d’attesa sia attrezzato uno “spazio bambini”, dove i minorenni possano sentirsi accolti e riconosciuti. In questi spazi gli operatori daranno ospitalità e forniranno ai familiari l’occorrente per un’attesa dignitosa (come scalda biberon o fasciatoio) e, ai più piccoli, strumenti tipo giochi o tavoli attrezzati per il disegno, per prepararli all’incontro con il genitore detenuto», spiega un articolo del documento.
Secondo i numeri dell’associazione Bambini senza sbarre, in Italia 100mila figli hanno un genitori in carcere. E proprio per questo occorre una battaglia culturale e politica per evitare che vengano emarginati.
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