Papa Francesco e Marco Pannella, fianco a fianco in difesa dei carcerati. È bastata una telefonata per far nascere una nuova, inedita alleanza: quella tra l'anziano leader Radicale, campione di mille battaglie laiche, e il papa che sta rivoluzionando la Chiesa di Roma.
Nel giorno di San Marco, Papa Francesco ha chiamato Pannella, reduce da un delicato intervento per un aneurisma all'aorta addominale, per informarsi delle sue condizioni di salute e per capire fino a che punto voglia portare avanti i suoi digiuni per i diritti dei detenuti.
Dopo i saluti, Papa Bergoglio ha chiesto a Pannella se corrispondeva al vero quanto letto sui giornali circa la sua decisione di riprendere subito lo sciopero della fame e della sete in favore dei carcerati. "È così", ha confermato il leader Radicale, spiegando che solo in questo modo riesce a tenere alta l'attenzione dei media sulla sua denuncia contro le condizioni disumane dei detenuti.
Anche a costo di mettere a repentaglio la sua salute, già debilitata a causa dell'intervento. Poi la telefonata è entrata nel vivo. Pannella ha ricordato l'impegno di papa Woytila per le condizioni dei carcerati. E papa Bergoglio, il papa che l'anno scorso celebrò la messa di giovedì santo lavando i piedi di 12 giovani detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo, ha dato tutto il suo appoggio alla battaglia del vecchio leone radicale, promettendo un suo intervento diretto.
"Sia coraggioso, eh, anche io l'aiuterò, contro questa ingiustizia... ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati", è stato l'impegno che si è assunto il papa durante il colloquio con il leader radicale. E Pannella ha risposto ricordando che c'è "una parola chiave" per sbloccare l'emergenza carceri: l'amnistia.
Alla fine della telefonata, durata una ventina di minuti, Pannella ha deciso di dar retta al Papa, e ha interrotto per un momento lo sciopero della sete: ha bevuto un caffè e ha accettato di sottoporsi a due trasfusioni di sangue che erano state richieste dai medici del Gemelli.
Poi ha comunicato che da quel momento sarebbe tornato a non bere più nulla. L'annuncio di volere proseguire la sua protesta era stata comunicata da Pannella nella conferenza stampa di giovedì al Gemelli, l'ospedale dove è stato operato e dove è ancora ricoverato. Pannella si era presentato con un sigaro in bocca, ("l'unico lusso che mi permetto") e aveva rilanciato la battaglia per giustizia più giusta e per l'amnistia che "alleggerirebbe la disumana situazione carceraria". Pannella ha ricordato che l'Unione Europea ha condannato lo Stato italiano innumerevoli volte imponendo anche il risarcimento dei danni ai detenuti. "Questa situazione è inaccettabile - ha detto Pannella - dovrebbe essere giudicata dal Tribunale di Norimberga".
di Marco Dell'Omo
Dopo i saluti, Papa Bergoglio ha chiesto a Pannella se corrispondeva al vero quanto letto sui giornali circa la sua decisione di riprendere subito lo sciopero della fame e della sete in favore dei carcerati. "È così", ha confermato il leader Radicale, spiegando che solo in questo modo riesce a tenere alta l'attenzione dei media sulla sua denuncia contro le condizioni disumane dei detenuti.
Anche a costo di mettere a repentaglio la sua salute, già debilitata a causa dell'intervento. Poi la telefonata è entrata nel vivo. Pannella ha ricordato l'impegno di papa Woytila per le condizioni dei carcerati. E papa Bergoglio, il papa che l'anno scorso celebrò la messa di giovedì santo lavando i piedi di 12 giovani detenuti nel carcere minorile di Casal del Marmo, ha dato tutto il suo appoggio alla battaglia del vecchio leone radicale, promettendo un suo intervento diretto.
"Sia coraggioso, eh, anche io l'aiuterò, contro questa ingiustizia... ne parlerò di questo problema, ne parlerò dei carcerati", è stato l'impegno che si è assunto il papa durante il colloquio con il leader radicale. E Pannella ha risposto ricordando che c'è "una parola chiave" per sbloccare l'emergenza carceri: l'amnistia.
Alla fine della telefonata, durata una ventina di minuti, Pannella ha deciso di dar retta al Papa, e ha interrotto per un momento lo sciopero della sete: ha bevuto un caffè e ha accettato di sottoporsi a due trasfusioni di sangue che erano state richieste dai medici del Gemelli.
Poi ha comunicato che da quel momento sarebbe tornato a non bere più nulla. L'annuncio di volere proseguire la sua protesta era stata comunicata da Pannella nella conferenza stampa di giovedì al Gemelli, l'ospedale dove è stato operato e dove è ancora ricoverato. Pannella si era presentato con un sigaro in bocca, ("l'unico lusso che mi permetto") e aveva rilanciato la battaglia per giustizia più giusta e per l'amnistia che "alleggerirebbe la disumana situazione carceraria". Pannella ha ricordato che l'Unione Europea ha condannato lo Stato italiano innumerevoli volte imponendo anche il risarcimento dei danni ai detenuti. "Questa situazione è inaccettabile - ha detto Pannella - dovrebbe essere giudicata dal Tribunale di Norimberga".
di Marco Dell'Omo
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