Le condizioni delle carceri in Russia sono disumane e assomigliano sempre di più a quelle che si trovavano nei gulag durante il periodo sovietico. È la denuncia che arriva oggi da Bruxelles, dove due rappresentanti delle Pussy Riot, Nadezhda Tolokonnikova e Maria Alyokhina, e il vincitore del premio Sakharov per la libertà di pensiero, Oleg Orlov, hanno partecipato a un'audizione alla commissione Diritti umani del Parlamento Ue.
"Il sistema carcerario russo continua a essere come durante i tempi sovietici e le persone possono finire in prigione soltanto perché hanno partecipato a una manifestazione pacifica", ha affermato Tolokonnikova, sottolineando che in molti casi i dissidenti politici sono condannati a trattamenti psichiatrici.
"Le prigioni russe assomigliano ai gulag sovietici: i carcerati sono costretti a lavorare per 14-16 ore e vivono in condizioni pessime", ha detto Alyokhina, che insieme a Tolokonnikova ha creato un'organizzazione per chiede di riformare il sistema carcerario. Le due Pussy Riot sono state imprigionate per quasi due anni tra il 2012 e il 2013 per una preghiera blasfema anti-Putin nella Cattedrale di Mosca.
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