Dopo un 2013 trascorso senza esecuzioni per la prima volta dal 2009, in Bielorussia è tornata la pena di morte.
L’organizzazione per i diritti umani Viesna ha denunciato la prima esecuzione del 2014. Sarebbe avvenuta alcuni giorni fa, ma la notizia è emersa solo ieri, quando l’avvocato di Pavel Selyun, 23 anni, si è recato in carcere per parlare col suo cliente.
La direzione del penitenziario gli ha comunicato che il prigioniero era stato messo a morte. All’avvocato non è rimasto altro che avvisare la madre.
Selyun aveva commesso un brutale, duplice omicidio: nell’agosto 2012 aveva assassinato sua moglie e l’amante di quest’ultima. Si era accanito sull’uomo, decapitandolo.
Ora, lo stato della Bielorussia – l’unico in Europa ad applicare ancora la pena di morte – ha reagito con altrettanta crudeltà: con un colpo di pistola alla nuca, in gran segreto, senza avvisare famiglia e avvocato, mentre doveva essere ancora esaminato l’ultimo ricorso contro la condanna a morte.
La direzione del penitenziario gli ha comunicato che il prigioniero era stato messo a morte. All’avvocato non è rimasto altro che avvisare la madre.
Selyun aveva commesso un brutale, duplice omicidio: nell’agosto 2012 aveva assassinato sua moglie e l’amante di quest’ultima. Si era accanito sull’uomo, decapitandolo.
Ora, lo stato della Bielorussia – l’unico in Europa ad applicare ancora la pena di morte – ha reagito con altrettanta crudeltà: con un colpo di pistola alla nuca, in gran segreto, senza avvisare famiglia e avvocato, mentre doveva essere ancora esaminato l’ultimo ricorso contro la condanna a morte.
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