Il capo dell'esercito Prayut Chan-O-Cha ha ufficializzato ieri il colpo di Stato in Thailandia: “Perché il paese torni alla normalità, le forze armate devono prendere il potere a partire dal 22 maggio alle 16.30”, ha detto davanti alle telecamere della televisione tailandese. L'annuncio del colpo di Stato è arrivato al termine di una riunione tra i principali leader delle fazioni rivali del paese che avrebbe dovuto condurre a un accordo di compromesso. I leader dei manifestanti, che hanno partecipato all'incontro, sono stati portati via dai soldati, caricati su mezzi militari e condotti verso un luogo non specificato. Il generale aveva già dichiarato la legge marziale nel paese dopo i fatti di violenza che avevano causato 28 morti.
Per la Thailandia il colpo di stato non è una novità. In circa 80 anni ne ha vissuti 18, l'ultimo era stato compiuto nel 2006 contro l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra. Come sempre all’esterno del paese si sono registrate fibrillazioni. Questa volta i primi ha intervenire sono stati gli Stati Uniti con una nota diffusa dal dipartimento di Stato con John Kerry che si esprime, “deluso e preoccupato per le notizie dell'arresto dei leader politici dei principali partiti della Thailandia” di cui chiede la liberazione. Kerry ha inoltre espresso i suoi timori “per la chiusura di gruppi media”. Il segretario di stato ha esortato “la restaurazione del governo civile, il ritorno alla democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come la libertà di stampa.”
Per la Thailandia il colpo di stato non è una novità. In circa 80 anni ne ha vissuti 18, l'ultimo era stato compiuto nel 2006 contro l'ex primo ministro Thaksin Shinawatra. Come sempre all’esterno del paese si sono registrate fibrillazioni. Questa volta i primi ha intervenire sono stati gli Stati Uniti con una nota diffusa dal dipartimento di Stato con John Kerry che si esprime, “deluso e preoccupato per le notizie dell'arresto dei leader politici dei principali partiti della Thailandia” di cui chiede la liberazione. Kerry ha inoltre espresso i suoi timori “per la chiusura di gruppi media”. Il segretario di stato ha esortato “la restaurazione del governo civile, il ritorno alla democrazia e il rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali, come la libertà di stampa.”
Nessun commento:
Posta un commento
Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.